«Una marcia per fare pace con i giovani, per smetterla di ignorarli e di rubare il loro il futuro. Una marcia che avrà tre luoghi simbolo: l’Ucraina per tutte le guerre nel mondo, Cutro per le migrazioni, la Romagna per la crisi climatica. O cambiamo strada per cambiare il futuro, o saremo travolti». Flavio Lotti, coordinatore della marcia della pace, annuncia così l’edizione della Perugia Assisi che doveva tenersi come ogni due anni a ottobre ma è stata anticipata per permettere una larga partecipazione delle scuole. Perché il tradizionale appuntamento nazionale del movimento per la pace sarà introdotto sabato ad Assisi proprio dal “Meeting nazionale delle scuole di pace sui passi di Francesco”, con incontri anche a Perugia, città natale di Aldo Capitini, ideatore nel 1961 della Marcia per denunciare la guerra e il pericolo nucleare. Motivazioni, a più di 60 anni di distanza, tragicamente attuali.
Questa è la terza Marcia da quando la Russia ha invaso l’Ucraina: la prima venne convocata a soli due mesi dall’aggressione, il 24 aprile 2022. Poi una seconda edizione straordinaria, il 24 febbraio 2023, nel primo anniversario, in notturna, come i black out in Ucraina per i bombardamenti e il buio della ragione che paralizza i negoziati. «La marcia di domenica sarà un’altra tappa – spiega Flavio Lotti – del percorso di solidarietà con l’Ucraina, ma anche con gli altri paesi sconvolti dalla guerra: Gaza, Sudan, Siria, Libia… Dobbiamo salvare le vite, e per farlo bisogna fermare la guerra, non ci sono alternative. Fermare l’escalation che rischia di provocare la III guerra mondiale. Fermare la corsa agli armamenti che sta assorbendo le risorse necessarie a combattere la povertà, la disuguaglianza, la crisi climatica».
Protagonisti di questa edizione saranno i ragazzi di 119 scuole e 71 università, arrivati da ogni Regione d’Italia per gli incontri organizzati sabato ad Assisi, ma anche a Perugia. E aprirà la marcia il messaggio di un altro giovane, Alì Sohna, del Gambia: oggi fa il portiere d’albergo, ma nella fuga verso l’Italia ha perso suo fratello, affogato nel naufragio dell’ennesimo viaggio della disperazione. Investire sull’educazione delle nuove generazioni è l’obiettivo che spingerà una delegazione della Perugia Assisi a partecipare, sabato prossimo 27 maggio, a un’altra marcia che si terrà da Vicchio a Barbiana, dove interverrà anche il presidente Sergio Mattarella, per il centenario della nascita di don Lorenzo Milani.
Al via al Giardini del Frontone 150 cliclisti di “Paciclica 2023”, la manifestazione organizzata dalla Fiab per aderire alla Marcia della pace. Partiranno giorni prima da Roma, Brescia, Parma, Sarzana e Verona: «Noi cicloambientalisti della Fiab partecipiamo da 20 anni – dice Marina Testa – perché la bicicletta non è solo svago, ma è il simbolo per la transizione ecologica per le nostre città». Alla Perugia Assisi domenica 21 aderiscono anche i vescovi e i sindaci di Perugia e Assisi, i francescani, sia i conventuali di Assisi e i minori di Santa Maria degli Angeli. E centinaia di sigle dell’associazionismo, del volontariato, dei sindacati.
Alla Rocca di Assisi la conclusione della marcia, con gli interventi dei ragazzi. A loro verrà consegnata la bandiera della pace dalle mani di Gianfranco Pagliarulo, presidente dell’Anpi, come «segno di alleanza intergenerazionale». Davanti al Sacro Convento, in chiusura della Marcia, anche la firma dei rettori di 20 atenei italiani – tra cui Roma, Torino, Pisa, Padova, Ancona e Parma – per «un patto educativo per la formazione delle nuove generazioni». Concluderà la giornata Alessandro Bergonzoni con un “appello corale alla pace”per il “patto di Assisi” per la formazione delle nuove generazioni. Chiuderà con un personalissimo “appello corale alla pace” Alessandro Bergonzoni.
Tra i promotori della Perugia Assisi anche la rete delle 600 realtà italiani di Europe for peace, che ha organizzato le due manifestazioni nazionali per la pace in Ucraina a San Giovanni in Laterano a Roma, rappresentata dal coordinatore Sergio Bassoli: «I governi stanno tagliando i fondi per la salute, l’educazione, le abitazioni anche per gli studenti, per comprare le armi che continuano a uccidere le vittime che dicono di voler aiutare. Si rifiuta non solo il piano di pace della Cina, ma anche la proposta di mediazione del Papa, per puntare alla pace con la vittoria delle armi, non della mediazione diplomatica».
Adesioni anche dal mondo dell’informazione, con gli interventi del presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, Guido D’Ubaldo e Giuseppe Giulietti, fondatore dell’Articolo 21, replica a chi bolla i pacifisti come “putiniani” dicendo che è anticostituzionale considerare negativa la pace e invece positiva la guerra fino alla vittoria: «È il pensiero critico che viene messo in discussione». La comunicazione ha grandi responsabilità, sottolinea Giulietti: «Basta un’ora di cattiva informazione per distruggere un anno di formazione. Per questo chiediamo che a Julian Assange venga concessa la cittadinanza di Assisi, rischia l’ergastolo per aver raccontato i misfatti dei governi».