Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Martirio di San Giovanni Battista
Letture: Ger 1,17-19; Sal 70; Mc 6,17-29
Riflessione biblica
“Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista” (Mc 6,17-29). Perde la testa Giovanni, ma rende la sua testimonianza alla verità e a Cristo. Egli, uomo giusto, senza paura proclamò la verità: e la verità l’ha reso libero di denunciare la passione morbosa di Erode che teneva una relazione adulterina e incestuosa con Erodiade, moglie di suo fratello Filippo. “Non ti è lecito”: non è il grido di un moralista, ma il grido di un profeta che vuol ristabilire la giustizia e invitare alla conversione del cuore. Testimonianza a Cristo: testimoniando la giustizia di Dio, fu precursore di Gesù che annunciava la giustizia superiore del Regno dei cieli: “Dopo di me viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere i legacci dei suoi sandali” (Mc 1,7). Egli testimoniò che solo Gesù è verità: “In verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Se il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero” (Gv 8,34-36). Solo in Gesù troviamo la giustizia che ci salva e ci conduce alla vita eterna: “Liberati dal peccato e fatti servi di Dio, raccogliete il frutto per la vostra santificazione e come traguardo avete la vita eterna” (Rom 6,22). Testimone umile: si dichiarò “voce di uno che grida nel deserto”, e proclamò con forza: “Egli deve crescere e io diminuire” (Gv 3,30). Fu testimone di Gesù, luce del mondo: “Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (Gv 1,6-9). Fu un’innamorato: per Gesù, perse la testa.
Lettura esistenziale
“Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». (Mc 6, 18). Giovanni è il dono divino lungamente invocato dai suoi genitori, Zaccaria ed Elisabetta; un dono grande, umanamente insperabile, perché entrambi erano avanti negli anni ed Elisabetta era sterile; ma nulla è impossibile a Dio. L’annuncio di questa nascita avviene proprio nel luogo della preghiera, al tempio di Gerusalemme, anzi avviene quando a Zaccaria tocca il grande privilegio di entrare nel luogo più sacro del tempio per fare l’offerta dell’incenso al Signore. Anche la nascita del Battista è segnata dalla preghiera: il canto di gioia, di lode e di ringraziamento che Zaccaria eleva al Signore esalta l’azione di Dio nella storia e indica profeticamente la missione del figlio Giovanni: precedere il Figlio di Dio fattosi carne per preparargli le strade. L’esistenza intera del Precursore di Gesù è alimentata dal rapporto con Dio, in particolare il periodo trascorso in regioni deserte. Le regioni deserte sono luogo della tentazione, ma anche luogo in cui l’uomo sente la propria povertà perché privo di appoggi e sicurezze materiali e comprende come l’unico punto di riferimento solido rimane Dio stesso. Giovanni Battista non è solo uomo di preghiera, ma anche guida per gli altri, a questo rapporto con Dio. L’Evangelista Luca riportando la preghiera che Gesù insegna ai discepoli, il «Padre nostro», annota che la richiesta viene formulata dai discepoli con queste parole: «Signore insegnaci a pregare, come Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli» (cfr Lc 11, 1). Solo se viviamo una vita di preghiera fedele, costante, fiduciosa, sarà Dio stesso a darci la forza per essere coerenti e per testimoniarlo con coraggio, come fece Giovanni il Battista.