• 23 Novembre 2024 3:35

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Mercoledì prima settimana di Avvento

Letture: Is 25,6-10; Salmo 22; Mt 15,29-37

Riflessione biblica

“Sento compassione per la folla”. Due segni vengono proposti alla nostra riflessione personale, ma entrambi hanno lo scopo di mostrare la grande misericordia di Dio, che viene in nostro soccorso nell’azione taumaturgica e solidale di Gesù.moltiplicazione-300x187 Patire con... Il primo dei segni, le guarigioni dei malati, ci presenta Gesù come il Messia, mandato e “accreditato da Dio presso di noi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso fece tra voi per opera sua” (At 2,22). La sua opera è quella propria del “Servo di Jahwé”, solidale con noi, fino “a caricarsi delle nostre sofferenze e addossarsi i nostri dolori” (Is 53,4). Ma la solidarietà di Gesù va oltre: si preoccupa della nostra fame materiale e spirituale, perché la moltiplicazione dei pani ha valenza materiale: “Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino” (Mt 15,32), ma anche spirituale: “prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli”, gesti eucaristici compiuti da Gesù e che la tradizione ripete nella Messa. Gesù ha attenzione per tutto l’uomo: nelle sue necessità materiali e spirituali. Anzi, il testo, su cui riflettiamo, mostra la grande compassione di Gesù, fatta di delicata sensibilità umana, di grande premura per i bisogni delle persone, di fine attenzione verso chi si trova nel bisogno. Piccole virtù, sfumature di un amore che dà sapore al nostro vivere umano. Delicatezza: è sfumatura di chi ama, carezza di chi si immedesima nella sofferenza altrui e si avvicina al prossimo con squisita sensibilità: “Scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità” (Col 3,12). Premura: è sollecitudine affettuosa di chi cerca soluzioni per andare incontro a chi soffre: “Come siete ricchi in ogni cosa, nella fede, nella parola, nella conoscenza, in ogni zelo e nella carità che vi abbiamo insegnato, così siate larghi anche in quest’opera generosa. Non dico questo per darvi un comando, ma solo per mettere alla prova la sincerità del vostro amore con la premura verso gli altri” (2Cor 8,7-8). Attenzione: è diligenza d’amore, che cura i dettagli a favore dei fratelli e sorelle: “Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso. Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone” (Ebr 10,23-24)

Lettura esistenziale

Moltiplicazione_dei_pani-300x208 Patire con...

“Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati.” La folla che circonda Gesù non è composta da persone che non hanno problemi, al contrario è una folla di gente che fa fatica a vivere, che non riesce a camminare speditamente, che fa difficoltà a fidarsi, ad amare, ad essere costante in qualcosa. Spesso si tratta di persone che hanno smarrito il senso della propria vita.

Gesù è praticamente circondato da noi. La Chiesa non è un popolo di perfetti, ma raccoglie al suo interno persone povere, in cammino. Siamo noi questi zoppi, storpi, ciechi di cui parla il Vangelo di oggi. Ed è proprio a noi che Gesù rivolge la Sua forza e ci guarisce. È proprio questa la buona notizia del Vangelo! Gesù è principio di guarigione per ognuno di noi, ci basta ricorrere a Lui con fiducia, riconoscendo la nostra fragilità e debolezza, nella consapevolezza che nessuno può bastare a se stesso.

Prendendo sul serio il bisogno dei discepoli, Gesù compie il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci servendosi del poco che hanno.

Allo stesso modo Gesù compie miracoli nella nostra vita con quel poco di forza, di fede e di impegno che abbiamo, chiedendoci però di metterli a Sua disposizione perché Lui li moltiplichi.