• 22 Novembre 2024 23:12

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Papa Francesco: “Stare attenti alla dittatura del fare, al mondo serve compassione”

Sappiamo fermarci durante le nostre giornate, trovare un po’ di “deserto interiore” in mezzo al frastuono quotidiano? Oppure presi dalla fretta, dall’ansia di fare, non riusciamo a prenderci nemmeno un momento per stare con noi stessi e con Dio? Sono gli interrogativi che il Papa pone all’Angelus ai fedeli in Piazza San Pietro, tanti, nonostante il caldo torrido che avvolge Roma, e a chi lo ascolta commentare il Vangelo di Marco in ogni parte del mondo attraverso radio e tv. Un brano, quello odierno, che si fonda sul binomio riposo-compassione, due termini etimologicamente distanti eppure così connessi dal punto di vista spirituale.

Non cadere vittime dell’attivismo

Gli apostoli, narra l’Evangelista, tornati dalla missione raccontano a Gesù quello che avevano fatto, e Lui li chiama in disparte, in un luogo isolato, per farli riposare, poi però vedendo la folla che lo aspetta, “ne sente compassione e si mette ad insegnare”.

Gesù si preoccupa della stanchezza dei discepoli. Forse sta cogliendo un pericolo che può riguardare anche la nostra vita e il nostro apostolato, quando ad esempio l’entusiasmo nel portare avanti la missione o il lavoro, così come il ruolo e i compiti che ci sono affidati ci rendono vittime dell’attivismo, e questa è una cosa brutta: troppo preoccupati delle cose da fare e dei risultati. E allora succede che ci agitiamo e perdiamo di vista l’essenziale, rischiando di esaurire le nostre energie e di cadere nella stanchezza del corpo e dello spirito. È un monito importante per la nostra vita, per la nostra società spesso prigioniera della fretta, ma anche per la Chiesa e per il servizio pastorale: fratelli e sorelle stiamo attenti alla dittatura del fare!

La dittatura del fare – afferma il Papa – può  colpire per necessità, anche le famiglie, “quando per esempio il papà per guadagnare il pane è costretto ad assentarsi per lavoro dovendo così sacrificare il tempo da dedicare alla famiglia”. Mamma e papà, spesso escono al mattino presto quando i bambini stanno ancora dormendo e tornano tardi la sera, quando sono già a letto. “E questa – incalza il Successore di Pietro – è un’ingiustizia sociale! Pensiamo cosa possiamo fare per aiutare le persone che sono costrette a vivere così”.

Imparare a riposare per avere compassione dei bisognosi

Francesco ribadisce che il riposo non è e non deve però essere una fuga dal mondo, una forma di egoismo che ci porta a rintanarci nel benessere personale, ma è stare con Dio, è un “riposare nello Spirito”, poiché solo in questo modo avremo occhi attenti e pieni di compassione per le persone bisognose e smarrite e saremo realmente disponibili per gli altri.

Infatti, è possibile avere uno sguardo compassionevole, che sa cogliere i bisogni dell’altro, soltanto se il nostro cuore non è consumato dall’ansia del fare, se sappiamo fermarci e, nel silenzio dell’adorazione, ricevere la Grazia di Dio.