• 8 Settembre 2024 2:21

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Palermo e Rosalia accolgono Benedetto da San Fratello: “Un tuffo nella Santità”

Foto Davide De Santis

di FraPè – Il Vangelo parla ancora e lo fa attraverso segni a volte incomprensibili, umili. Lo fa tramite uomini e donne che hanno saputo incarnare la Parola e viverla nel loro tempo testimoniando una fede autentica fatta di gesti ordinari che diventano miracoli se vissuti con amore. Ed è straordinario il miracolo che Benedetto da San Fratello è riuscito a fare anche ieri in un caldo pomeriggio palermitano:  a Porta Nuova, tantissima gente raccolta davanti all’urna contenenti le reliquie del santo di origini africane per poi recarla in Cattedrale. Gente che ha visto consumarsi dentro le fiamme la propria chiesa, i propri ricordi, che ha fatto di tutto per salvare un corpo di un uomo che ha saputo testimoniare la tenerezza e la misericordia di Dio. Gente che si rivolge al santo francescano per avere consolazione e speranza. Padri e madri di famiglia, giovani, che con occhi lucidi e volto bagnato dalle lacrime hanno accolto uno scheletro bruciacchiato che odora di Vangelo … odora di umanità. Il miracolo ancora una volta della fraternità, della preghiera, della condivisione…

“È nella logica paradossale del Vangelo che se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solose invece muore, produce molto frutto. (Gv 12,24) Adesso le sue ceneri sono diventate un seme di Vangelo e di santità che si moltiplica a dismisura per il bene della Chiesa e la salvezza di ogni uomo”. così scriveva qualche mese fa Fra Giuseppe di Fatta. E si è toccato con mano che quelle ossa benedette e bruciacchiate dall’incuria dell’uomo parlano di Vangelo: arrivando in cattedrale dove ad aspettare Benedetto figlio di schiavi africani, nato in un piccolo centro dei Monti Nebrodi San Fratello, frate francescano non sacerdote, illetterato, senza alcun titolo di studio, c’era una folla immensa. Quelle umili ossa portate a spalla dai suoi confratelli frati minori, hanno attraversato il corridoio centrale della Cattedrale di Palermo tra gli applausi, le preghiere e le lacrime per essere poi poste sotto le reliquie di Santa Rosalia, proprio difronte alla statua della Beata Vergine Maria venerata con il titolo Madonna Libera Inferni che, la tradizione vuole abbia suggerito al Frate francescano di recarsi al Convento di Santa Maria di Gesù.

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Avviene ciò che Mons. Accola Arcivescovo di Messina che ha presieduto l’Eucarestia presente con le reliquie di un’altra santa siciliana Eustochia Esmeralda, dirà dopo nella sua omelia: “condivisione della radicalità evangelica, condivisione della santità a cui tutti siamo chiamati”.

Mons. Lorefice Arcivescovo di Palermo, ha accolto le reliquie di San Benedetto che egli stesso ha raccolto dall’incendio non nascondendo l’emozione e la commozione nel ricordare i momenti dolorosi dell’incendio dello scorso anno.

Presenti diversi religiosi e religiose, i Frati Minori di Sicilia con il loro vicario Provinciale Fra Salvatore Ferro, fedeli provenienti da San Fratello e Acquedolci. A tal proposito mi ha davvero colpito un’anziana signora di origine sanfratellana ma residente ad Acquedolci che, è arrivata a Palermo con il treno per vedere San Benedetto e, credetemi con questo caldo non è da tutti uscire da casa se non per andare al mare… ma il richiamo alla santità e all’ Amore prevale sempre.

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L’evento di ieri come ha affermato Mons. Accolla è stato un tuffo nella santità, perché attraverso la vita dei santi tutti siamo chiamati ad operare scelte coraggiose.

Un’esperienza  quella vissuta ieri che, per chi ha donato la sua vita al Signore, per chi vive la fede avendo come esempio questo umile fraticello che dalla Sicilia all’America Latina dopo 500 anni è ancora punto di riferimento per gli scartati di questo mondo, per chi è in cerca di pace, di speranza… di Dio sarà indimenticabile.

Personalmente ho vissuto l’arrivo del Corpo incorrotto di San Benedetto a San Fratello e ieri ho vissuto l’arrivo di ciò che resta di quel corpo benedetto: un tuffo nel passato, una riconferma nella vocazione francescana e nella condivisione con i poveri, un groviglio di sentimenti che solo chi ha saputo vivere Cristo sa ancora trasmettere.

“Per me oggi è natale” mi ha detto con gli occhi pieni di lacrime Alessia, una giovane che è cresciuta a Santa Maria di Gesù all’ombra del Santo nero. Si è natale perché da quelle ceneri San Benedetto rinasce nel cuore di coloro che cercano il Signore e vogliono vivere seguendo la sua Santa Volontà.

A laude di Cristo e di Benedetto da San Fratello!