• 16 Settembre 2024 21:26

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Mercoledì della XI settimana del Tempo Ordinario

Lettura: 2Re 2,1.6-14; Sal 30; Mt 6,1-6.16-18

Riflessione biblica

“State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro” (Mt 6,1-6.16-18). È un appello concreto ad evitare ogni vanità, a vivere con coerenza il Vangelo, a lodare Dio per la sua misericordia: “Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5,16). È appello “alla purezza del cuore”: contro l’ipocrisia religiosa, espressa in tre momenti importanti della relazione con Dio, con il prossimo e con noi stessi. “Quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te” (Mt 6,2): la purezza del cuore non vuole altro bene che aiutare il fratello: “Se vi sarà in mezzo a te qualche tuo fratello che sia bisognoso, non indurirai il tuo cuore, ma gli aprirai la mano e gli presterai quanto occorre alla necessità in cui si trova” (Dt 15,7-8), e di rendere gloria a Dio: “Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5,16). Ricordiamoci: “l’elemosina è un dono prezioso davanti all’Altissimo” (Tob 4,11), “salva dalla morte e purifica da ogni peccato. Coloro che fanno l’elemosina godranno lunga vita” (Tob 12,9). “Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano essere visti dalla gente” (Mt 6,5): la preghiera non è ostentazione o spettacolo, ma intimità con Dio e comunione con i fratelli che si rivolgono al Padre “in Cristo, con Cristo e per Cristo”. E ciò sia nella preghiera personale, “fatta nel segreto”, cioè in perfetta consonanza di amore con Dio, sia nella preghiera liturgica, in cui ci uniamo al sacrificio di Gesù e in lui offriamo tutto noi stessi. “Quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti” (Mt 6,16): il digiuno è ricerca dell’unico necessario che ci mette a contatto con Dio, ci libera dai condizionamenti del mondo e dalle false sicurezze di cui ci circondiamo, ci apre ai bisogni dei fratelli nell’amore e fa misericordia, avendo ricevuto misericordia: “Non è questo il digiuno che voglio: dividere il pane con l’affamato, introdurre in casa i miseri, senza tetto, vestire uno che vedi nudo?” (Is 58,6-7).

Lettura esistenziale

“Quando tu digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che vede nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” (Mt 6, 17-18. Il Vangelo odierno insiste sull’esigenza di praticare l’elemosina, la preghiera e il digiuno, non per averne gloria dagli uomini, ma unicamente per Dio che “vede nel segreto” (cfr Mt 6, 1-6.16-18). La vera ricompensa non è l’ammirazione degli altri, ma l’amicizia con Dio e la grazia che ne deriva, una grazia che dona pace e forza di compiere il bene, di amare anche chi non lo merita, di perdonare chi ci ha offeso. Il segno penitenziale delle Ceneri, che vengono imposte sul capo di quanti iniziano con buona volontà il cammino quaresimale è essenzialmente un gesto di umiltà, che significa: mi riconosco per quello che sono, una creatura fragile, fatta di terra e destinata alla terra, ma anche fatta ad immagine di Dio e destinata a Lui. Polvere, sì, ma amata, plasmata dal suo amore, animata dal suo soffio vitale, capace di riconoscere la sua voce e di rispondergli. Una creatura libera e, per questo, capace anche di disobbedirgli, cedendo alla tentazione dell’orgoglio e dell’autosufficienza.  Per seguire Cristo è necessario attraversare il deserto, la prova della fede. Non da soli, però, ma con Gesù! Lui, come sempre, ci ha preceduto e ha già vinto il combattimento contro lo spirito del male. Ecco il senso della Quaresima, tempo liturgico che ogni anno ci invita a rinnovare la scelta di seguire Cristo sulla via dell’umiltà per partecipare alla sua vittoria sul peccato e sulla morte. Questa scelta si declina nelle piccole scelte quotidiane che siamo chiamati a compiere, di fronte ad esse dovremmo chiederci: “Cosa avrebbe fatto Gesù al posto mio?”