di Salvatore Di Bartolo – Dopo la pausa estiva, e con la ripresa dei lavori parlamentari torna prepotentemente al centro del dibattito pubblico il Ddl Zan. Approvato alla Camera dei Deputati nel novembre del 2020, ma ancora in attesa di passare ai voti in Senato, il disegno di legge contro l’omotransfobia, andrebbe a modificare alcuni articoli del codice penale, nonchè un decreto legge già esistente, la cosiddetta “legge Mancino”, aggiungendovi le discriminazioni e le violenze per l’orientamento sessuale, l’identità di genere e le disabilità. Un testo, che sin dal principio ha diviso l’opinione pubblica e creato delle forti contrapposizioni ideologiche tra i vari leader e partiti politici.
Così, mentre il segretario del Partito Democratico Enrico Letta promette che si arriverà all’approvazione finale del Ddl Zan, di contro, il leader della Lega Matteo Salvini rassicura il suo elettorato che il disegno di legge non passerà finché la Lega sarà al Governo. Fiducioso dell’approvazione in Senato invece il primo firmatario del testo, il deputato del Pd Alessandro Zan, certo che il disegno di legge che porta il suo nome passerà così com’è, senza alcuna modifica.
Nel libro “Nessuno può definirci. A futura memoria (Il tempo del coraggio). Analisi e riflessioni giuridiche sul Ddl Zan”, gli autori Suor Anna Monia Alfieri, giurista, economista e saggista, e Angelo Lucarella, avvocato, saggista, editorialista e Vicepresidente della Commissione Giustizia del Mise, offrono al lettore un’attenta e dettagliata analisi giuridica sul controverso disegno di legge, al fine di aiutare il cittadino a compiere una seria riflessione e sviluppare un approccio critico su un tema che così tanto divide l’opinione pubblica. Un lavoro, quello di Suor Monia e Angelo Lucarella, impreziosito tra l’altro dalla prefazione dell’ex magistrato Carlo Nordio, che ha sin da subito attirato le attenzioni e riscosso un importante seguito tra lettori e critica.