Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
San Bernardino da Siena
Letture: At 4,8-12; Salmo 144; Gv 14,12-17
Riflessione biblica
“Qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio” (Gv 14.12-17). Al centro del vivere cristiano c’è Gesù e la salvezza del mondo è predicata nel nome di Gesù: “non vi è sotto il cielo altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati” (At 4,12). S. Bernardino predicò ed operò sempre nel nome dolcissimo di Gesù. Infatti, è nel suo nome che abbiamo la salvezza: “Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato” (Rom 10,13). Ma che significa “fare tutto nel nome di Gesù?”. Affidarsi a Gesù fino a condividere il suo progetto di amore: fare tutto in vista della realizzazione del Regno di Dio; i nostri desideri, bisogni, progetti di salute sono subordinati a tale progetto; tutto è orientato alla gloria di Dio. Compiere tutto in Gesù: operare tutto in intima comunione con lui. Per questo, chiediamo al Signore che “illumini gli occhi del nostro cuore per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi” (Ef 1,18-19). Allora, pregheremo alla maniera di Gesù: “Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!” (Mt 26,39) e secondo lo Spirito di Gesù: “Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio” (Rom 8,26-28). Rimanere nell’amore di Gesù”, osservando i suoi comandamenti: essi sono espressioni di amore che ci fanno vivere alla maniera di Gesù: portatori di pace, di misericordia, di giustizia, di santità di vita.
Lettura esistenziale
“Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio” (Gv 14, 13). Il modello della nostra preghiera è Gesù, Egli non cerca se non ciò che piace al Padre. Se la nostra preghiera è risolutamente unita a quella di Gesù, nella fiducia e nell’audacia filiale, noi otteniamo tutto ciò che chiediamo nel suo nome; ben più di questa o quella cosa: lo stesso Spirito Santo, che comprende tutti i doni. «Niente vale quanto la preghiera; essa rende possibile ciò che è impossibile, facile ciò che è difficile. È impossibile che cada in peccato l’uomo che prega» (S. Giovanni Crisostomo). Preghiera e vita cristiana sono inseparabili, perché si tratta del medesimo amore e della medesima abnegazione che scaturisce dall’amore. La medesima conformità filiale e piena d’amore al disegno d’amore del Padre. La medesima unione trasformante nello Spirito Santo, che sempre più ci configura a Cristo Gesù. Il medesimo amore per tutti gli uomini, quell’amore con cui Gesù ci ha amati. «Prega incessantemente colui che unisce la preghiera alle opere e le opere alla preghiera. Soltanto così possiamo ritenere realizzabile il principio di pregare incessantemente» (CCC 2745).