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Nel nome di Gesù

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

San Bernardino da Siena

Vangelo: Gv 14, 13

Riflessione biblica

“Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena”. Gesù ci provoca! Nel cammino di fede, queste parole ci lasciano perplessi: pensiamo in maniera troppo umana e  miracolistica. Spesso la nostra preghiera non è quella di lode e ringraziamento, ma quella “di domanda o intercessione”. E quante cose chiediamo: bisogni materiali, bisogni spirituali. Ci siamo fidati della sua parola: “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” (Mt 7,7). Spesso, tutte queste cose, le abbiamo chieste anche “nel nome di Gesù”, cioè confidando nella mediazione di Gesù. Ma non con la logica di Gesù: fare la volontà di Dio, ma con la logica del “jukebox”: metto la monetina e ottengo il brano musicale che mi piace, o nella logica “di mercato”: io ti dò dei soldi e tu mi dai la merce. Gesù non vuole tale logica, ma la “logica dell’amore”: rapporto di comunione tra il Padre e i suoi figli, rapporto di amicizia tra Gesù e suoi discepoli: “vi ho chiamato amici” (Gv 15,14) per questo “tutto ciò che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda” (Gv 15,16). Nella preghiera, cerchiamo di stabilire la comunione piena con Dio e con Gesù: allora la gioia sarà trabbocante, ci sentiremo amati e protetti: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro” (Mt 11,28). Se amiamo e vogliamo “la gioia piena”, la nostra preghiera deve essere una preghiera di lode: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli” (Mt 11,25). Allora, saremo sicuri che il Padre ci concederà lo Spirito Santo, il quale “viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio” (Rom 8,26-27). Istruiti e guidati dallo Spirito, compiremo con gioia la volontà di Dio, e “la nostra gioia sarà piena”, perché nella sua volontà è la nostra pace.

Lettura esistenziale

“Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio” (Gv 14, 13). Il modello della nostra preghiera è Gesù, Egli non cerca se non ciò che piace al Padre. Se la nostra preghiera è risolutamente unita a quella di Gesù, nella fiducia e nell’audacia filiale, noi otteniamo tutto ciò che chiediamo nel suo nome; ben più di questa o quella cosa: lo stesso Spirito Santo, che comprende tutti i doni. «Niente vale quanto la preghiera; essa rende possibile ciò che è impossibile, facile ciò che è difficile. È impossibile che cada in peccato l’uomo che prega» (S. Giovanni Crisostomo). Preghiera e vita cristiana sono inseparabili, perché si tratta del medesimo amore e della medesima abnegazione che scaturisce dall’amore. La medesima conformità filiale e piena d’amore al disegno d’amore del Padre. La medesima unione trasformante nello Spirito Santo, che sempre più ci configura a Cristo Gesù. Il medesimo amore per tutti gli uomini, quell’amore con cui Gesù ci ha amati. «Prega incessantemente colui che unisce la preghiera alle opere e le opere alla preghiera. Soltanto così possiamo ritenere realizzabile il principio di pregare incessantemente» (CCC 2745).

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