Nel nome di Gesù

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Sabato della Vi settimana di Pasqua

Letture: At 18,23-28; Sal 46; Gv 16,23-28

Riflessione biblica

“Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena” (Gv 16,23-28). Chissà quante cose abbiamo chiesto: bisogni materiali, bisogni spirituali. Ci siamo fidati della sua parola: “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” (Mt 7,7). Spesso, tutte queste cose, le abbiamo chieste anche nel nome di Gesù, cioè confidando nella mediazione di Gesù. Ma la “preghiera di domanda” è “nel nome di Gesù”, se preghiamo in intima unione con lui, se riusciamo a sintonizzare i nostri bisogni con il suo progetto di salvezza e di amore, non con i nostri interessi e bisogni immediati, ma in vista del realizzare la nostra santità. In altre parole, bisogna rimanere in Gesù e avere i sentimenti di Gesù, per ottenere ciò che chiediamo: “Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto” (Gv 15,7). gesu-12-300x169 Nel nome di GesùE la parola di Gesù ci insegna che, nel chiedere qualunque cosa al Padre, bisogna avere gli stessi sentimenti di Gesù: “Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera” (Gv 4,34). Non solo: “Chiedere nel nome di Gesù” è pregare come Gesù, affidandoci allo Spirito di Dio, che “viene in aiuto alla nostra debolezza. Non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio” (Rom 8,27). E chi agisce guidato dallo Spirito non prega con la logica del “jukebox”: metto la monetina e ottengo il brano musicale che mi piace, o nella logica “di mercato”: io ti dò dei soldi e tu mi dai la merce. Siamo nella “logica dell’amore”, che subordina ogni necessità e ogni nostra realizzazione alla volontà di Dio. Siamo nella logica di Gesù al Getsemani: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà” (Lc 22,42). Nella sua volontà è la nostra pace e la nostra gioia: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro” (Mt 11,28).

Lettura esistenziale

Se ci atteniamo all’insegnamento di Gesù sulla preghiera, non c’è pericolo di chiedere cose vane. Egli ci insegna a chiedere innanzitutto lo Spirito Santo, ci educa a domandare al Padre che sia santificato il suo Nome in noi, che venga il suo regno, che si compia la sua volontà, che ci doni il cibo materiale e quello spirituale, infine che ci perdoni come anche noi perdoniamo al nostro prossimo.

Nella Liturgia, l’ultima domanda del Padre nostro viene ampliata in una preghiera particolare che dice: «Liberaci, o Signore, da tutti i mali, passati, presenti e futuri. Per l’intercessione di tutti i santi, concedi la pace ai nostri giorni, affinché, con l’aiuto della tua misericordia, viviamo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento».

Questo dunque chiediamo: che né le avversità, né la prosperità, né le seduzioni, né le tentazioni, offuschino la nostra fede. Quando siamo tentati in vario modo, ricordiamoci di una cosa: noi siamo in due, perché Gesù è con noi, mentre il diavolo è solo, che speranza ha di vincere?

Certo, a condizione che non passiamo dalla sua parte.

 

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