Le dimensioni della povertà sono legate a molteplici variabili, tra cui economiche, climatiche, educative e sanitarie. Si tratta di un insieme molto articolato, acuito dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina, che rischiede soluzioni urgenti. E’ questa la priorità indicata durante la conferenza internazionale, in corso fino all’8 ottobre nel Palazzo della Cancelleria, promossa dalla Fondazione Centesimus Annus. All’evento, incetrato sul tema “Crescita inclusiva per sradicare la povertà e promuovere lo sviluppo sostenibile e la pace”, è intervenuto tra gli altri monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita.
La situazione della povertà è legata ad una mancanza di visione. Parto da due immagini: la prima è quella della casa comune. Papa Francesco ci offre una visione della casa comune. La seconda immagine è questa: chi la abita questa casa? Tutti i popoli, che sono fratelli. L’assenza di questa visione, sia sulla casa sia su chi la abita, genera povertà. Tutto ciò che viene assoggettato al primato dell’io, dell’interesse, del singolo o dei singoli popoli, distrugge la casa comune creando disastri ambientali e umani. Se non c’è poi il senso di una fraternità, la ricchezza rimane in poche mani. Gli altri non solo non ne usufruiscono, ma vengono scartati. Le molteplici povertà con cui dobbiamo confrontarci richiedono una nuova visione, una nuova conversione. C’è bisogno di una conversione dall’individualismo alla visione di essere una famiglia che abita una casa comune.
Le encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti sono i cardini di questa nuova visione…
Io non ne vedo altri. In questo nostro tempo è come se tutti fossimo privi di sogni. Ognuno è ripiegato su se stesso. Papa Francesco ci sveglia e propone questo grande sogno “a due porte”. Io credo che la Fondazione Centesimus Annus e tutte le comunità cristiane debbano legarsi a queste visioni delle encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti per vivere meglio. Nessun Paese, anche piccolo, e nessun individuo si potrà salvare se non è già universale all’interno e nel suo cuore. Così era Gesù: fratello universale.