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Mons. Gisana scrive alla diocesi di Piazza Armerina: ““Rivestirsi di Cristo”

“Disporsi a cambiare, a compiere passaggi che trasformano, rinnovano, migliorano il corso della vita, comportamento, carattere, relazione”. Lo scrive il vescovo di Piazza Armerina, mons. Rosario Gisana, nel messaggio di Pasqua. “Rivestirsi di Cristo” il tema della sua lettera in cui afferma che “non basta fermarsi a buoni propositi o a belle intenzioni: la vita cambia se si accettano processi pasquali, forme di cambiamento seri, i cui segni si ravvisano nel modo con cui gli altri percepiscono la nostra presenza”.

Mons. Gisana sottolinea l’importanza della scoperta del noi fraterno, che definisce “superiore all’ammissione dell’altro. Ciò lo fanno intendere i momenti di crisi, vissuti nella consapevolezza che ciascuno resta legato all’altro, nonostante le differenze culturali, religiose o razziali” e denuncia come “la nostra società è sì collegata da forme di comunicazione, articolate e complesse, le quali però tendono a illudere il senso di appartenenza: ci si conosce di fatto in una dimensione virtuale, quella dell’etere, ove l’incontro è irreale e la consapevolezza è proiezione di un io inquieto e disilluso. Il rischio che corriamo nel perseguire il soddisfacimento degli interessi personali è l’abbandono del fratello, quella forma di uccisione mitica che esalta sé stessi a scapito sia dell’altro, emarginato e oppresso, sia dell’io, desolato e confuso, che perde l’occasione di scoprire in chi gli sta davanti la stupefacente rivelazione del noi”.

Quindi l’invito a guardare Gesù, “il cui io è manifestazione, in gesti e parole, di un noi fraterno, comprendiamo che la sua scia di solidarietà, inaugurata con la rivelazione della prossimità del Padre, è l’unica possibile per adempiere a quest’incontro fraterno con l’altro”. “Solo Cristo – conclude – è in grado di proporre questo cammino di fraternità, che nasce dal sacrificio dell’io verso l’edificazione del noi fraterno”.

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