• 22 Novembre 2024 1:26

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Sacro Cuore di Gesù

Letture: Os 11,1.3-4.8-9; Is 12,2-6; Ef 3,8-12.14-19; Gv 19,31-37

Riflessione biblica

“Uno dei soldati con una lancia gli colpì il costato, e subito ne uscì sangue e acqua” (Gv 19,31-37). Siamo invitati a “volgere il nostro sguardo a colui che hanno trafitto” e, guardando a Gesù crocifisso, lasciamoci attirare dal suo amore: “Io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12,32). Il soldato colpì il cuore di Cristo, sorgente viva, da cui sgorgano abbondanti fiumi di grazia e verità. “E subito ne uscì sangue e acqua”: il soldato con quel colpo di lancia aprì la porta della vita, che ci fa penetrare nel cuore di Cristo, “in cui sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza” (Col 2,3), della verità e della grazia (Gv 1,17). “Uscì sangue”: “In lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe, secondo la ricchezza della sua grazia” (Ef 1,7). E “il sangue di Cristo – il quale, mosso dallo Spirito eterno, offrì se stesso senza macchia a Dio – purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perché serviamo al Dio vivente” (Ebr 9,14). “Uscì acqua”: segno del battesimo, perché “se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio” (Gv 3,5); “accostiamoci a Gesù con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura” (Ebr 10,22). Inondati da questa onda di grazia, accettiamo l’invito di Gesù: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita” (Mt 11,28-29). Impariamo ad avere un cuore umile: l’umiltà è verità su noi stessi e amore che si sottomette alla volontà di Dio: “Non valutatevi più di quanto conviene, ma valutatevi in modo saggio e giusto, secondo la misura di fede che Dio ci ha dato” (Rom 12,3). Ad avere un cuore mite: la mitezza è uno dei segni più belli dell’amore, equilibrio interiore che si oppone all’ira, alla violenza e si comporta con moderazione anche dinanzi all’ingiuria, alla violenza e all’indisciplina degli altri: “Rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi.” (Col 3,12-13).

Lettura esistenziale

“Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua” (Gv 19, 33s). Nell’odierna solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, la Chiesa offre alla nostra contemplazione il mistero del cuore di un Dio che si commuove e riversa tutto il suo amore sull’umanità. Un amore misterioso, che nei testi del Nuovo Testamento ci viene rivelato come incommensurabile passione di Dio per l’uomo. Egli non si arrende dinanzi all’ingratitudine e nemmeno davanti al rifiuto del popolo che si è scelto; anzi, con infinita misericordia, invia nel mondo l’Unigenito suo Figlio perché prenda su di sé il destino dell’amore distrutto; perché, sconfiggendo il potere del male e della morte, possa restituire dignità di figli agli esseri umani resi schiavi dal peccato. Tutto questo a caro prezzo: il Figlio Unigenito del Padre si immola sulla croce: “Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine” (cfr Gv 13, 1). Simbolo di tale amore che va oltre la morte è il suo fianco squarciato da una lancia. Nel Cuore di Gesù è espresso il nucleo essenziale del cristianesimo; in Cristo ci è stata rivelata e donata tutta la novità rivoluzionaria del Vangelo: l’Amore che ci salva e ci fa vivere già nell’eternità di Dio. Scrive l’evangelista Giovanni: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio Unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna” (3, 16). Il suo Cuore divino chiama allora il nostro cuore; ci invita ad uscire da noi stessi, ad abbandonare le nostre sicurezze umane per fidarci di Lui e, seguendo il suo esempio, a fare di noi stessi un dono di amore senza riserve.