• 22 Novembre 2024 14:00

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Feria propria del 22 dicembre

Lettura: 1Sam 1,24-28; Salmo (1Sam 2); Vangelo Lc 1,46-55

Riflessione biblica

“Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome” (Lc 1,46-55). Senza dubbio: il Magnificat è il “Vangelo secondo Maria”. Ed esso ci fa riflettere su tre punti essenziali della “buona notizia” che Maria ci propone: la lode a Dio, l’esaltazione dei poveri e degli umili, l’adempimento della promessa ad Abramo. La lode a Dio per le meraviglie del suo amore: “Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati” (Ef 2,4-5). Maria esulta, e noi con lei, perché ha sperimentato tale azione misericordiosa di Dio, che poco prima aveva compiuto in lei, umile serva del Signore, la meraviglia delle meraviglie: il concepimento di Gesù, il Messia che porta la buona notizia ai poveri, agli affamati, ai prigionieri e a tutti i disprezzati del mondo. ma soprattutto inaugura “l’anno di grazia” del Signore Onnipotente e Santo (Lc 4,18-19). L’esaltazione dei poveri e degli ultimi: “Tu sei il Dio degli umili, sei il soccorritore dei piccoli, il rifugio dei deboli, il protettore degli sfiduciati, il salvatore dei disperati” (Gdt 9,11). E nel Vangelo di Maria, “ciò che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; ciò che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; ciò che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono” (1Cor 1,27-28). L’adempimento delle promesse: in Maria e soprattutto in Gesù, “la benedizione di Abramo è divenuta realtà per le genti e per noi mediante la fede, e così abbiamo ricevuto la promessa dello Spirito” (Gal 3,14.16). È lo Spirito che porta a compimento in noi e per noi il progetto di santità voluto da Dio, perché “egli ci insegnerà ogni cosa” (Gv 14,26) e ci fa vivere nell’amore a Dio e ai fratelli.

Lettura esistenziale

“L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva” (Lc 1, 46-47a). Agostino afferma che Maria è piaciuta a Dio per la sua grande umiltà. Sorella dell’umiltà è la gratitudine. La gratitudine è il fiore più bello che germoglia nel giardino fertile dell’umiltà. Per chi è umile niente è dovuto, ma tutto è dono. La nostra intera esistenza è frutto di Grazia, è un dono, perciò dovremmo vivere in perenne atteggiamento di gratitudine e di gioia. Se tutto è grazia, come afferma S. Paolo, tutto può e deve divenire inno di grazie, nei confronti di Dio e di coloro che ci fanno dono, spesso in forme umili, ordinarie, del loro amore e della loro collaborazione. Il ringraziare, nelle diverse forme in cui si può esprimere, è manifestazione esteriore di sentimenti interiori di riconoscenza. È gesto di lodevole cortesia saper manifestare in forme esterne gradevoli quei sentimenti che, partecipati, hanno l’effetto di creare simpatia, armonia, comunione, gioia di stare insieme. È incredibile ma vero: la semplice ed umile parola grazie contiene qualcosa che può cambiare e far bella la vita! Se impariamo a ripeterla abitualmente e dal profondo del cuore, tutto cambia in noi e attorno a noi. Grazie è la piccola, preziosa chiave che apre un grande tesoro. La gratitudine verso Dio ci attira altre grazie. La gratitudine verso il prossimo ci apre la porta del cuore di chi ci circonda. L’intercessione della Vergine Maria ci ottenga un cuore umile e grato nei confronti di Dio e del prossimo.