Fra Giuseppe Maggiore – Un trenino ai piedi della Natività posta nella Cappella al primo binario, per simboleggiare il lavoro dei tanti ferrovieri, operai e dirigenti che lavorano presso la Stazione Centrale e Marittima di Messina e ogni giorno contribuiscono a rendere più bello un servizio che svolgono con passione ma anche scontrandosi con le difficoltà che la vita riserva ad ognuno di noi. Tra le stelle di Natale, i ceri violacei per indicare il periodo di Avvento, un trenino: tre vagoni freccia rossa che sbucavano fra le stoffe che avvolgono l’immagine della Famiglia di Nazareth. Messo li ai piedi dell’altare come ad offrire le fatiche dei tanti pendolari: lavoratori e studenti che ogni giorno tra mille fatiche raggiungono scuole e posti di lavoro, passeggeri che si spostano per svariati motivi.
Ma è durato poche ore, perché qualcuno entrando in cappella ha pensato bene di rubarlo insieme ai ceri. Un gesto che oltre a palesare l’ignoranza del soggetto che ha compiuto un tale gesto infantile, manifesta lo scarsissimo senso di rispetto verso il luogo sacro, della collettività e la mancanza di senso civico.
Se l’avesse chiesto l’avrei regalato volentieri, spero solo che ci giochi un bambino che non può permettersi un giocattolo. Sono sicuro però che non è stato uno dei poveri che gravitano attorno alla stazione, perché i poveri hanno un profondo rispetto per la cappella dove solitamente vengono a pregare, ma è opera di chi non sa andare oltre il proprio naso ed è impedito di andare oltre se stesso.
Non è tanto il trenino o i ceri rubati in cappella, ma è ciò che c’è dietro al gesto. Il messaggio è chiaro da ambedue le parti: da parte della Ferrovia di Messina il senso di appartenenza, di collettività e di rispetto per le persone che vivono un luogo, da chi ha compiuto il gesto arriva un messaggio negativo dove palese è l’egoismo, il non senso civico e l’infantilismo, requisiti che impediscono di vedere il mondo come un luogo da migliorare e non da sfruttare.