Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
San Luca Evangelista
Letture: 2Tm 4,10-17 Sal 144 Lc 10,1-9
Riflessione biblica
“Il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo” (Lc 10,1-9). Luca è tra questi missionari, che debbono “andare” in povertà umiltà e semplicità e portare il messaggio di pace, di verità e di santità. La sua testimonianza evangelica è importante, dato che egli è l’evangelista dei poveri, per i quali Gesù è stato inviato: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore” (Lc 4,18-19). È l’evangelista della misericordia: Dio è il Padre che attende il ritorno del “figliol prodigo” e fa festa, perché questo suo figlio “era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato” (Lc 15,32); Gesù è il buon pastore, che cerca la pecora perduta, la pone sulle sulle sue spalle e la riporta all’ovile (Lc 15,7); è il “buon samaritano”, che indica il modo giusto di amare il prossimo (Lc 10,37). È l’evangelista della preghiera perseverante: tutti nel suo Vangelo pregano: Gesù, Maria, gli Apostoli, Zaccaria, Elisabetta, Simone e Anna. È l’evangelista di Maria: ci riporta il Magnificat, il canto di Maria a Dio Salvatore, dell’umiltà di Maria che loda il Signore per le meraviglie del suo amore. Grandi cose Dio ha fatto in lei: è la piena di grazia, la serva del Signore, la madre di Gesù (Lc 1,28-36), la nostra madre alla quale siamo stati affidati ai piedi della Croce (Lc 23,49; Gv 19,25-27). L’evangelista della Chiesa orante e missionaria: gli apostoli erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui” (At 1,14); investiti poi della forza dello Spirito di Gesù, costoro furono “testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra” (At 1,8). Insieme a loro, seguiamo Gesù portando ogni giorno la nostra Croce (Lc 9,23) e saremo un cuor solo e un’anima sola (At 4,32).
Lettura esistenziale
“In qualunque casa entriate, prima dite: ‹‹Pace a questa casa!››” (Lc 10, 5). Offrire la pace è il cuore della missione dei discepoli di Cristo. E questa offerta è rivolta a tutti coloro, uomini e donne, che sperano nella pace in mezzo ai drammi e alle violenze della storia umana. La “casa” di cui parla Gesù è ogni famiglia, ogni comunità, ogni Paese, ogni continente, nella loro singolarità e nella loro storia; è prima di tutto ogni persona, senza distinzioni né discriminazioni. È anche la nostra “casa comune”: il pianeta in cui Dio ci ha posto ad abitare e del quale siamo chiamati a prenderci cura con sollecitudine.
Tre sono le sfere della pace interiore:
- – La pace con sé stessi, rifiutando l’intransigenza, la collera e l’impazienza e, come consigliava San Francesco di Sales, esercitando “un po’ di dolcezza verso sé stessi”, per offrire “un po’ di dolcezza agli altri”.
- La pace con l’altro: il familiare, l’amico, lo straniero, il povero, il sofferente; osando l’incontro e ascoltando il messaggio che l’altro porta con sé.
- La pace con il creato, riscoprendo la grandezza del dono di Dio e la parte di responsabilità che spetta a ciascuno di noi per custodirlo.
La pace è insieme un dono e un compito. La pace è, infatti, uno dei frutti dello Spirito Santo ed è la caratteristica dell’agire divino, che si manifesta sia nella creazione di un universo ordinato e armonioso come anche nella redenzione dell’umanità bisognosa di essere recuperata dal disordine del peccato. Ma è anche un compito che Dio affida all’uomo e che richiede l’impegno di ciascuno nel dare una risposta personale coerente col piano divino. Essa diventa sempre più stabile in chi si impegna nella conversione del cuore e nell’unione con Dio.