Da san Giuseppe da Copertino al beato Carlo Acutis, passando per san Tommaso d’Aquino, santa Rita da Cascia o san Luigi Gonzaga. Inizia l’esame di maturità. È la “grande” prova che ogni studente è chiamato ad affrontare. Da solo, certo, forte di anni di impegno e di settimane frenetiche di ripassi. Ma anche con “amici” che dal cielo possono intercede per lei o lui. Sono i santi che i ragazzi alle prese con scritti e orali possono invocare.
«Anche come comunità ecclesiale, vogliamo esprimere la nostra vicinanza agli studenti impegnati nel sostenere questa importante verifica – afferma in una dichiarazione il vescovo Claudio Giuliodori, presidente della Commissione episcopale Cei per l’educazione cattolica, la scuola e l’università –. Ne condividiamo le apprensioni e le speranze augurando che possano raccogliere i frutti del lungo cammino che ha arricchito la loro formazione umana e intellettuale, contribuendo a plasmare la personalità e a dare le basi per un pieno inserimento nella vita sociale». Il presule rivolge poi «un pensiero di gratitudine anche a tutti i docenti e al personale amministrativo che accompagnano con passione educativa e professionalità i giovani in questo delicato passaggio del loro percorso scolastico». E aggiunge: «Siamo vicini alle famiglie che sostengono i loro figli condividendone le ansie e le aspettative. Anche se si stratta di una prova individuale, essa riveste sempre un rilevante valore sociale, perché alla fine è la comunità nel suo insieme che beneficia dei risultati positivi o che deve prendere atto delle difficoltà. Consapevole di questo peculiare valore umano e sociale, la Chiesa accompagna anche spiritualmente, con l’affetto e la preghiera, gli studenti e tutti coloro che a diverso titolo sono coinvolti negli esami di maturità».
La preghiera è anche quella dei ragazzi stessi. A san Giuseppe da Copertino, anzitutto, il patrono degli studenti. Si definiva “fratel Asino”. Cacciato dal convento per «semplicità ed ignoranza», passò con molta fatica gli esami per diventare sacerdote. Motivo per cui è il protettore degli studenti. Nato il 17 giugno 1603 a Copertino, in provincia di Lecce, in una stalla del paese, era figlio di un “maestro dei carri”. Voleva farsi prete, ma non aveva un’istruzione sufficiente anche perché era stato costretto a lasciare la scuola per motivi di salute. A quasi 17 anni bussò alla porta dei frati francescani conventuali, convento detto della “Grottella” a due passi da Copertino, ma venne mandato via «per la sua poca letteratura». Passò allora dai francescani riformati, ma anche questi dopo un po’ lo rifiutarono. Si diresse allora dai cappuccini di Martina Franca, allora esigenti in fatto di cultura, e fu rimandato a casa. Grazie all’interessamento dello zio materno, riuscì dopo molte insistenze a farsi accettare di nuovo dai conventuali della “Grottella”. E in modo stupefacente superò prima l’esame per il diaconato e poi quello per il sacerdozio. Nella sua vita ha avuto frequenti visioni ed estasi, ed è anche chiamato “patrono dei voli” a causa delle sue levitazioni.
Ecco la preghiera dello studente al santo pugliese:
O san Giuseppe da Copertino,
amico degli studenti e protettore degli esaminandi,
vengo ad implorare da te il tuo aiuto.
Tu sai, per tua personale esperienza,
quanta ansietà accompagni l’impegno dello studio
(degli esami) e quanto facili siano il pericolo
dello smarrimento intellettuale e dello scoraggiamento.
Tu che fosti assistito prodigiosamente da Dio
negli studi e negli esami
per l’ammissione agli Ordini sacri,
chiedi al Signore
luce per la mia mente e forza per la mia volontà.
Tu che sperimentasti tanto concretamente
l’aiuto materno della Madonna,
Madre della speranza,
pregala per me,
perché possa superare facilmente
tutte le difficoltà negli studi e negli esami.
Amen.
(Fonte Avvenire)