La celebrazione di oggi, che nella Chiesa latina ha origini antiche (in Francia nel sec. V e a Roma nel sec. VI), è legata alla dedicazione della chiesa costruita a Sebaste in Samaria, sul presunto sepolcro del precursore di Cristo.
Col nome di “Passio” o di “Decollatio” la festa compare già alla data del 29 agosto nei Sacramentari romani, e secondo il Martirologio Romano tale data corrisponderebbe al secondo ritrovamento della testa di S. Giovanni Battista, trasportata in quell’occasione nella chiesa di S. Silvestro a Campo Marzio, in Roma, per volere di papa Innocenzo II (1130-1143).
A parte questi riferimenti storici, abbiamo sul Battista i racconti degli evangelisti, in particolare di S. Luca, che ci parla della sua nascita, della vita nel deserto, della sua predicazione, e di S. Marco che ci riferisce sulla sua morte. Dal Vangelo e dalla tradizione possiamo ricostruire la vita del Precursore, la cui parola infuocata parve davvero animata dallo spirito del profeta Elia. Nell’anno 150 dell’imperatore Tiberio (27-28 d.C.), il Battista, che conduceva vita austera secondo le regole del nazireato, iniziò la sua missione, invitando il popolo a preparare le vie del Signore, per accogliere il quale occorreva una sincera conversione, cioè un radicale cambiamento delle disposizioni dell’animo.
Rivolgendosi a tutte le classi sociali, destò entusiasmo tra il popolo e malumore tra i farisei, la cosiddetta aristocrazia dello spirito, dei quali rinfacciava l’ipocrisia. Personaggio ormai popolare, negò risolutamente di essere il Messia atteso, affermando la superiorità di Gesù che egli additò ai suoi seguaci in occasione del battesimo presso la riva del Giordano. La sua immagine pare dileguarsi in dissolvenza all’affermarsi “del più forte”, Gesù. Tuttavia, “il più grande dei profeti” non cessò di far sentire la sua voce ove fosse necessario per raddrizzare “i tortuosi sentieri” del male.
Dai Vangeli e dalla tradizione sappiamo che Giovanni Battista era stato arrestato e messo in catene per ordine di Erode Antipa, figlio di Erode il Grande (responsabile della strage dei Santi Innocenti), a causa della concubina Erodiade, moglie di suo fratello Filippo. Il santo, infatti, aveva detto chiaramente al tetrarca: «Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello» (cfr. Mc 6, 17-29). Mentre la peccaminosa convivenza e l’adulterio continuavano, arrivò il giorno del compleanno di Erode, che rimase ammaliato al vedere danzare la figlia di Erodiade, Salomè, tanto da giurarle davanti a tutti i commensali: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». E Salomè, consultatasi con la madre, chiese che le venisse subito portata su un vassoio la testa di Giovanni Battista.
Finì così la vita terrena dell’ultimo e più grande dei profeti, decapitato da una guardia di Erode. Appena saputa la notizia, i discepoli di Giovanni «andarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informarne Gesù» (Mt 14, 12). Grazie alle Antichità Giudaiche di Flavio Giuseppe (Gerusalemme, 37 – Roma, 100) si sa che la prigionia e il martirio del Battista avvennero nella fortezza di Macheronte, sulla riva orientale del Mar Morto.
Ultimo profeta e primo apostolo, egli ha dato la sua vita per la sua missione, e per questo è venerato nella Chiesa come martire.
Il Martirologio Romano così descrive questa festa: «Memoria della passione di san Giovanni Battista, che il re Erode Antipa tenne in carcere nella fortezza di Macheronte nell’odierna Giordania e nel giorno del suo compleanno, su richiesta della figlia di Erodiade, ordinò di decapitare. Per questo, Precursore del Signore, come lampada che arde e risplende, rese sia in vita sia in morte testimonianza alla verità».
Di San Giovanni Battista, il 24 giugno, si festeggia anche la Natività che nel calendario liturgico cattolico è considerata una solennità. La Chiesa, infatti, celebra la festa di tre natività soltanto: quella di Cristo, a Natale, quella della Madonna, l’8 settembre, e quella del Precursore. Per gli altri Santi, infatti, si festeggia non la loro nascita nella carne, bensì la loro nascita al cielo. San Giovanni Battista occupa quindi senz’altro una posizione eminente nella schiera dei Santi. Secondo la Tradizione è in Paradiso il più alto dopo la Madonna, perché assomiglia di più a Nostro Signore, e perché, anche se non fu preservato come Maria Santissima dal peccato originale, fu purificato e consacrato nel grembo di sua madre Elisabetta nel giorno della Visitazione. Gesù stesso l’ha lodato, dicendo che: “Fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni”.