• 4 Luglio 2024 13:30

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Ma oggi la castità è ancora un valore? La risposta di Luigi Gonzaga ai giovani

San Luigi Gonzaga (1568-1591), il nobile principe e giovane scolastico gesuita, spesso raffigurato dall’iconografia trionfante della Controriforma con l’inseparabile giglio, morto a soli 23 anni dopo aver contratto la peste per aver trasportato sulle sue gracili spalle un moribondo a Roma di cui oggi ricorre la memoria liturgica è un modello ancora attuale per il suo stile di carità e per come, nel segno della fede in Cristo, ha saputo custodire la purezza del corpo. Ma la sua cifra e la fama di santità (tra le curiosità fu dichiarato beato nel 1605 quattro anni prima del fondatore dell’Ordine cui apparteneva, Ignazio di Loyola) può trasmettere ancora oggi qualcosa di autentico, realizzabile e attraente per le nuove generazioni?

Di certo a più di 450 anni dalla sua nascita è ancora radicata la devozione per questo santo, devotissimo della figura dell’angelo custode, canonizzato da Benedetto XIII nel 1726, che rinunciò al marchesato per spendere tutto se stesso nell’assistenza ai malati, ai moribondi e ai poveri (tra l’altro dal 1991 per volere di Giovanni Paolo II è patrono dei malati di Aids). Una memoria ancora viva soprattutto nei due luoghi che nella nostra Penisola custodiscono le sue reliquie e la sua memoria: il santuario di San Luigi a Castiglione delle Stiviere nel Mantovano dove nacque il 9 marzo 1568 (e dove oggi è custodito il teschio) e la chiesa di Sant’Ignazio di Loyola in campo Marzio a Roma, città in cui si spense il 21 giugno 1591 (e dove riposa il resto del suo corpo). Come nel caso della compatrona d’Italia santa Caterina da Siena, infatti, il corpo di Luigi è stato diviso in due parti per simboleggiare in capite et membris, l’alfa e omega della sua breve vita.

Nella piccola Castiglione delle Stiviere, a pochi passi dal lago di Garda, in diocesi di Mantova di cui è compatrono la memoria di questo gigante della fede e «martire della carità» come lo ebbe a definire nel 1926 Pio XI quando lo dichiarò patrono della gioventù cattolica è ancora vivissima. A testimoniarlo sono le tante Messe, celebrazioni liturgiche e processioni – tra cui il corteo storico che rievoca la corte dei Gonzaga a cui il santo apparteneva – che hanno preceduto la solennità odierna. Oggi san Luigi verrà ricordato nella “sua” Castiglione con due Eucaristie solenni: una in Duomo alle 10.30 (in cui si festeggerà e si renderà omaggio anche ai 60 anni di ordinazione sacerdotale del vescovo emerito Roberto Busti) e l’altra alle 18.30 nel Santuario di San Luigi, che è stata elevata a Basilica minore nl 1964 per volere di Paolo VI, che sarà presieduta dall’attuale pastore di Mantova, Marco Busca.

«L’affetto per questa figura – racconta il rettore del santuario aloisiano don Nelson Furghieri – non è solo testimoniato dalla presenza di tanti fedeli che sono suoi concittadini (un nostro parrocchiano custodisce un migliaio di immagini del santo che ne testimoniano la plurisecolare devozione) ma anche dai pellegrinaggi che avvengono spesso nei giorni che precedono la sua festa. In particolare, dagli Stati Uniti ogni anno l’università di Saint Louis a New York organizza un itinerario ad hoc per rendere omaggio a questo santo così singolare». Don Nelson da tre anni guida il santuario di stile gesuitico (qui la Compagnia di Gesù è rimasta come custode è rimasta in onore del suo illustre confratello fino alla sua soppressione nel 1773) a cui è annesso il castello dove visse il grande santo mantovano. Il sacerdote è rimasto da subito affascinato da questo giovane santo che decise di entrare tra i gesuiti a 17 anni. «Leggendo la biografia di Virgilio Cepari che era suo compagno di studi al Collegio Romano ho capito molto di lui – racconta –. Ne ho compreso lo spirito di povertà, umiltà e distacco dalla “vanità delle cose”. Egli non è nato santo ma si è fatto santo. Egli come ha detto papa Ratti, Pio XI, è stato un “martire della carità”». La devozione a questa figura così singolare ha guidato dalla Controriforma fino al Vaticano II, come ha spesso sottolineato lo storico Adriano Prosperi, generazioni di bambini e preadolescenti come modello per la purezza nel rapporto con il proprio corpo. E oggi continua a ricordare alle nuove generazioni la bellezza di vivere i valori contenuti nei voti di castità, povertà e obbedienza.

«Non mi soffermerei solo sull’immagine iconografica e spesso oleografica della sua purezza del corpo – sottolinea il rettore della Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola in Campo Marzio a Roma, il gesuita padre Vincenzo D’Adamo – o su come ha vinto le tentazioni, ma sulla trasparenza e integrità fisica anche a livello antropologico della sua persona e sul patrimonio interiore e di libertà con cui ha risposto il suo sì al Signore dopo aver fatto l’esperienza degli Esercizi Spirituali di sant’Ignazio».

Un santo giovane controcorrente, dunque, molto attuale e ancora amatissimo anche nella chiesa di Sant’Ignazio a Roma, famosa per gli affreschi di Andrea Pozzo. «Qui riposano le spoglie anche di altri due grandi santi gesuiti di cui uno fu suo direttore spirituale, Roberto Bellarmino, e Giovanni Berchmans ma Luigi rimane il santo più amato e venerato. Tanti sono – è la confidenza di padre D’Adamo – i latino-americani o i portoghesi, tra loro molti seminaristi anche laici che sostano in preghiera sulla sua tomba. E a impressionarmi, durante il difficile tempo della pandemia del Covid 19, è stato il modo in cui il santo è stato invocato e a cui si sono affidati per la sua protezione e intercessione tanti medici e infermieri della Capitale per chiedere la guarigione di tanti loro assistiti».

Oggi il santo dei giovani verrà ricordato nella chiesa di Sant’Ignazio con un’Eucaristia alle 18.30 presieduta dal vescovo ausiliare di Roma Dario Gervasi. «A conclusione della celebrazione eucaristica in cui verrà recitata, tra l’altro, la bellissima preghiera del cardinale Carlo Maria Martini dedicata a san Luigi – dei bambini vestiti da paggetti con gli stessi abiti che indossava probabilmente il santo quando viveva alla corte dei Gonzaga – è la riflessione finale di padre D’Adamo – raccoglieranno su dei foglietti le intenzioni di preghiera scritte dai fedeli. Quelle piccole carte saranno messe di fronte alla tomba del santo per essere bruciate in un braciere. Sarà questo un piccolo gesto di preghiera per san Luigi, che ci ricorda come il suo esempio ci aiuti a guardare a Dio».