Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Venerdì della X settimana del Tempo Ordinario
Letture: 1Re 19,9.11-16; Sal 26; Mt 5,27-32
Riflessione biblica
“Io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore” (Mt 5,27-32). Deciso e chiaro Gesù. Non è questione solo di sesso, ma di “purezza di cuore”: “Dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adulteri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza” (Mc 7,21-22). La disuguaglianza maschilista della società del tempo di Gesù era indulgente con l’uomo, ed eccessivamente severa contro la donna: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?” (Gv 8,4-5). Gesù non accetta l’ipocrisia di questi accusatori che si appellavano alla legge per condannare quella donna, con la quale molti di loro avevano peccato: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei” (Gv 8,7). Anche la permissività sessuale della nostra società è ipocrita e inconsistente: permette un libertinaggio senza limiti, e poi pretende il massimo rispetto della persona. Gesù va all’essenziale: cura i sentimenti, la purità dei pensieri, la rettitudine del volere e desiderare. Vuole decisione e radicalità: se si tentenna, la tentazione diviene desiderio, il desiderio diviene passione, e il cuore si turba. “Ciascuno è tentato dalle proprie passioni, che lo attraggono e lo seducono; poi le passioni concepiscono e generano il peccato, e il peccato, una volta commesso, produce la morte” (Gc 1,14-15). La nostra società razionalizza troppo e ritiene “tutto lecito”, ma non lo è per chi segue l’insegnamento di Gesù: “Badate che questa vostra libertà non divenga occasione di caduta per i deboli, fratelli per il quale Cristo è morto!” (1Cor 8,9.11). E ancora: “Tutto mi è lecito! Sì, ma non tutto giova. Tutto mi è lecito!. Sì, ma non mi lascerò dominare da nulla” (1Cor 6,12). Purezza di cuore e rettitudine di intenzioni sono atto di amore che compiamo nella forza dello Spirito, che produce in noi l’amore a Dio e al prossimo.
Lettura esistenziale
“Avete inteso che fu detto: ‹‹Non commetterai adulterio››; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore” (Mt 5, 27s). La fede non riguarda innanzitutto il fare, ma piuttosto l’essere. Per questo il luogo di verifica della nostra fede non è semplicemente il nostro agire, ciò che facciamo o non facciamo, ma soprattutto ciò che abbiamo nel cuore. Da lì, infatti, nascono tutti i nostri desideri e le nostre intenzioni di fondo.
Ogni desiderio che si affaccia al nostro cuore, si fa portavoce di un desiderio più profondo che non può essere saziato dalle cose di questo mondo. Spesso siamo tentati di fermarci alle cose piccole, a quelle che danno una soddisfazione ed un piacere “a buon mercato”, a quelle cose che appagano per un momento, cose tanto facili da ottenere, ma che alla fine si rivelano illusorie. È sul cuore, dunque, che dobbiamo vigilare. Tutti, del resto, abbiamo bisogno di percorrere un cammino di purificazione del desiderio, per imparare a desiderare le cose buone, a desiderare, in fondo, Dio stesso.
Per imparare a gestire le nostre azioni, dobbiamo prima imparare a gestire i nostri pensieri; da essi, infatti, scaturisce poi il nostro agire. Nel brano evangelico odierno, Gesù ci invita a togliere con radicalità tutto ciò che costituisce un impedimento alla nostra santità, evitando i compromessi pericolosi. Del resto quando riscontriamo nel nostro corpo una malattia, non perdiamo tempo ad asportare il male, che altrimenti potrebbe compromettere la nostra stessa vita.
Sul piano spirituale la logica è identica, se non tronchiamo il male sul nascere, esso acquista forza e poi diventa molto più difficile da estirpare.