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Ma Gesù chi

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

San Vincenzo de’ Paoli

Letture: Qo 3,1-11; Sal 143; Lc 9,18-22

Riflessione biblica

“Allora, domandò loro: Ma voi, chi dite che io sia?” (Lc 9,18-22). Domanda essenziale: dalla risposta dipende la nostra sequela di Gesù. La risposta di Pietro: “Il Cristo di Dio”, è luce, che ci fa intravedere l’essenziale di Gesù: egli è l’inviato di Dio per la salvezza; il Cristo che annuncia la buona notizia ai poveri, la libertà ai prigionieri, la guarigione agli ammalati nel corpo e nello spirito, la misericordia di Dio per tutti gli uomini (Lc 4,18-19). Ma nel cammino di fede, c’è bisogno della nostra risposta personale: solo nell’intimo rapporto con Gesù, possiamo conoscere la sua vera identità. In tale relazione umana e spirituale, guidati dallo Spirito Santo, veniamo afferrati dal suo mistero di morte e risurrezione e comprendiamo il cammino di sequela fino a rinnegare noi stessi e prendere la croce quotidiana. È questo il punto essenziale, a cui deve agganciarsi la nostra risposta personale, dato che risuona nel nostro cuore l’invito di Gesù: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua”. La sua “via crucis” è la nostra “via crucis”. Guardando a Gesù, a lui crocifisso, scopriamo il cammino spirituale da fare in lui, con lui e per lui. Non camminiamo con uno sconosciuto, ma con lui che fa ardere il nostro cuore (Lc 24.32). Nella parola: Gesù, Parola vivente di Dio, illumina il cammino di fede: “Venne nel mondo la luce vera, che illumina ogni uomo e ha dato potere di diventare figli di Dio a quelli che credono nel suo nome” (Gv 1,9.12-13). Egli è la presenza misericordiosa di Dio: “Imparate che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori” (Mt 9,13). Egli è il nostro cibo spirituale: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!” (Gv 6,35). In Gesù, tutto è grazia, persino le nostre fragilità: “Ti basta la mia grazia; la forza si manifesta pienamente nella debolezza. Mi vanterò volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo” (2Cor 12,9).

Lettura esistenziale

“Allora domandò loro: ‹‹Ma voi, chi dite che io sia?››” (Lc 9, 20). Chi è Gesù? Le opinioni in proposito sono diversissime. Allora alcuni dicevano: «Giovanni il Battista», altri: «Elia», altri ancora: «Qualche profeta del passato»; ed infine Pietro afferma di lui che è: «Il Cristo di Dio». Ad un certo punto del nostro cammino, ci sentiamo rivolgere da Gesù la stessa domanda che anche gli apostoli si sono sentiti rivolgere: “Chi sono io, per te?”. Non per gli altri, non per un’inchiesta giornalistica, ma personalmente, intimamente, chi è, davvero, Gesù per noi? Stiamo attenti a non dare risposte affrettate o da catechismo. Gesù è il Messia, è il servo di Jahvè di cui scrisse Isaia chiamandolo “uomo dei dolori”; è l’Agnello che viene condotto al macello; è colui che porta i peccati del popolo e prende su di se ogni sofferenza. La Messianicità di Gesù, delude le aspettative umane, perché non ha nulla di trionfale, anzi umanamente Gesù non ha alcun successo, ma viene persino ripudiato dagli uomini e condannato ad una morte infame. Tutti, prima o poi, ci scontriamo con lo scandalo della Croce, che è il momento della vita in cui ciò che affermiamo di credere, esige di essere provato dai fatti e da scelte coerenti che non escludono affatto il combattimento e la fatica. Ed è proprio in questo travaglio che bisogna fare la più vera e profonda professione di fede. Non dimentichiamoci che l’amore non può che manifestarsi nel sacrificio di sé, come ha saputo fare Dio.

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