Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
29 dicembre, V giorno fra l’ottava di Natale
Letture: 1Gv 2,3-11; Sal 95; Lc 2,22-35
Riflessione biblica
“A Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio” (Lc 2,22-35). Il rito della purificazione è stato l’occasione per un rito più importante: “portare il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore, come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore” (Lc 2,22-23). Per Giuseppe e Maria, Gesù è consacrato a Dio: egli è al servizio del Padre, per la missione di “portare ai poveri il lieto annuncio, proclamare ai prigionieri la liberazione, ai ciechi la vista; rimettere in libertà gli oppressi, proclamare l’anno di grazia del Signore” (Lc 4,18-19). Pertanto, la presentazione al tempio diviene anche l’occasione di mostrare Gerusalemme come il luogo delle attese messianiche, dell’effusione dello Spirito, della rivelazione del Messia, che purificherà l’Israele di Dio: “Siederà per fondere e purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia” (Mal 3,3). E il racconto diviene anche presentazione di Simeone, “uomo pio e giusto, su cui era lo Spirito Santo”. “Uomo giusto e pio”: cioè obbediente alla volontà di Dio, fedele al culto del Dio della promessa ad Abramo e alla sua discendenza. Anzi, tutta la sua vita era passata nella meditazione della “promessa di Dio” e nell’attesa della consolazione di Israele. Uomo pieno di Spirito Santo: non solo lo Spirito ‘era su di lui”, ma parlava con lui preannunciandogli l’incontro con il Cristo Signore, l’ha mosso per incontrare Gesù e innalzare il suo canto di liberazione. Obbediente allo Spirito, acquistò la sapienza del cuore e subito riconobbe in Gesù bambino il Messia salvatore. Ed è nello Spirito che attendeva la consolazione di Israele e che accoglie Gesù il Messia, che porta pace, solleva il povero e l’afflitto, cura le piaghe dei cuori affranti. E divenne così l’uomo dell’incontro con Gesù, il Messia inviato da Dio per la salvezza, luce per le genti, gloria dell’Israele di Dio. L’attesa fedele lo riempie ora di gioia profonda, l’esultanza di chi ha visto premiata la sua pazienza perseverante. Simeone ci insegni la fedeltà nel nostro cammino di spiritualità in vista dell’incontro con Gesù.
Lettura esistenziale
“Ora a Gerusalemme, c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele” (Lc 2, 25). Com’è bella la figura di questo santo vegliardo che, anche se anziano, continua a rimanere giovane nello spirito, perché non smette di attendere, alimentando la speranza di vedere con i suoi occhi il Messia, come lo Spirito Santo gli attesta interiormente. Sì perché l’essere giovani non è solo una questione anagrafica, il vero giovane di spirito è chi non cessa di amare, di sognare e di cantare, chi conserva la capacità di ricominciare ogni giorno, nel Nome del Signore.
Immagino l’attesa di quest’uomo giusto e pio, come quella di una sposa che attende con trepidazione e gioia l’arrivo dello sposo. Egli ha imparato ad ascoltare la voce dello Spirito Santo che non solo tiene desta la sua attesa, nella certezza che prima di morire vedrà il Cristo, ma glielo fa anche riconoscere, in quel Bambino che Maria e Giuseppe gli presentano.
Lo Spirito Santo è come un Plettro divino che tocca e fa vibrare le corde del nostro cuore per trarne le armonie più belle e lo fa con estrema dolcezza e delicatezza.
È Lui che ci fa sentire il desiderio e la profonda nostalgia di Dio.
È Lui che prega in noi “con gemiti inesprimibili perché nemmeno sappiamo cosa sia conveniente domandare” (Rm 8, 26-27).
È Lui che ci guida alla Verità tutta intera.
È Lui che ci ricorda le Parole di Gesù.
È Lui che dal di dentro ci muove al bene, all’amore, alla carità perfetta.
È Lui che ci suggerisce le parole da dire, se Lo invochiamo con fiducia.
È Lui che ci fa prendere coscienza del peccato e ci muove al pentimento.
È Lui che ci rende testimoni di Cristo, anche in mezzo alle tribolazioni e alle persecuzioni.
È Lui che ci rende insoddisfatti della mediocrità e ci stimola a raggiungere le più alte vette della santità evangelica.
Ascoltiamo la Sua voce e seguiamo le Sue sante ispirazioni.
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