“Un anno insieme”. È questo il titolo che abbiamo scelto per la prima pagina del nuovo numero de L’Osservatore di Strada, disponibile gratuitamente sul sito de L’Osservatore Romano e distribuito in piazza San Pietro, nella versione cartacea, a partire da oggi, domenica 2 luglio.
È passato un anno, infatti, da quando il 29 giugno 2022, solennità dei Santi Pietro e Paolo, Papa Francesco annunciava, subito dopo la recita dell’Angelus, la nascita di questo mensile nel quale “gli ultimi diventano protagonisti”. Un anno ricco di incontri, di storie, di sorprese che abbiamo voluto in qualche modo “fissare” sulle pagine del giornale – attraverso fotografie e ricordi personali – per condividere questa esperienza all’insegna dell’amicizia e della solidarietà.
Anche un giornale può fare la differenza
Quello che mi colpisce ed emoziona maggiormente ogni domenica, quando mi ritrovo con gli amici che si dedicano alla distribuzione del giornale, è vedere quanto L’Osservatore di Strada appartenga a ciascuno di loro. Lo è per Andrea, che viene dall’Ostello della Caritas alla Stazione Termini; per Daniele, laureato, che passa il giorno a mendicare un posto di lavoro e la notte si ripara nell’asilo notturno del Circolo San Pietro; per Fabrizio, Gemiliana, Corrado, Renato e tanti altri come Ciro, che vive a Latina e si alza alle quattro del mattino per essere anche lui puntuale in piazza con il “suo” giornale. Per tutti loro L’Osservatore di Strada non è solo un mezzo col quale raccogliere qualche offerta tra i fedeli che si radunano in piazza San Pietro e neppure solo uno spazio dove esprimere la loro propria creatività attraverso poesie, riflessioni o racconti. È innanzitutto e soprattutto una “casa”, che loro stessi hanno contribuito a costruire, dove non ci si sente più invisibili, dove ciascuno, con le proprie ferite e speranze, ha un volto e un nome.
Tante storie, tante persone
In questo anno L’Osservatore di Strada ha incrociato la vita di tante persone. Molte le abbiamo raccontate attraverso la voce di autori “famosi”, scrittori, poeti, registi, giornalisti che si sono prestati a fare da megafono per chi non ha voce. Tante altre le hanno raccontate gli stessi protagonisti, donandoci ricordi e testimonianze. Voglio ricordare in particolare gli amici che scrivono dal carcere, come Sergio e Marco, e gli altri coi quali ci ritroviamo periodicamente nei centri di accoglienza che li assistono: Anna Maria, Lia, Stefano, Angelo, Alessandro, Domenico, Antonio, Alfredo, Giuliano, Agostino, Attilio… Ma anche chi è passato, si è fermato e poi è ripartito, come Mimmo, un senza dimora che ho conosciuto all’inizio di questa avventura ed ora, proprio sulle pagine di questo numero del giornale, ci saluta perché sente il bisogno di riprendere il suo “viandare”.
L’amicizia nella fraternità
Quando, all’interno della comunità di lavoro de L’Osservatore Romano e del Dicastero per la Comunicazione, è nata l’idea de L’Osservatore di Strada sapevamo che il suo punto di forza sarebbe stato l’essere un giornale fatto ‘con’ i poveri. In questi dodici mesi abbiamo avuto la conferma. Intorno al mensile si è creata una vera compagnia di persone unite da un legame di amicizia nella fraternità. Tutti sullo stesso piano, a tutti la stessa dignità, per tutti lo stesso rispetto. E soprattutto abbiamo capito quanto questa parola – fraternità –, che è riportata anche sotto la testata, sia impegnativa. Quando si incontra una persona, quando si ascolta la sua storia, quella persona e quella storia ci appartengono, ci stanno a cuore. Diventiamo responsabili l’uno dell’altra. E proprio la responsabilità della fraternità è il dono e l’impegno che ci consegna questo primo anno de L’Osservatore di Strada.