Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Martedì della VI settimana del Tempo Ordinario
Letture: Giac 1,12-18; Sal 93; Mc 8,14-21
Riflessione biblica
“Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!” (Mc 8,14-21). Il “lievito” è un elemento che agisce e cambia la natura di qualcosa: la farina mescolata al lievito diviene pane; in senso culturale, una mentalità che influisce sull’uomo e lo condiziona tal punto da renderlo dipendente da essa; in senso religioso, qualcosa che perverte la fede. In base a ciò, Gesù ci invita a non farci influenzare da false idee che ci allontanano dalla fede in lui. Il lievito dei farisei: quell’ipocrisia che finge di essere dalla parte di Dio e rifiuta Gesù, l’inviato di Dio per la nostra salvezza. Il lievito di Erode: l’indifferenza e il rifiuto di Gesù fino alla violenza. Sono due modi terribili anche del nostro tempo: bisogna guardarsi dal mischiare la verità di Gesù con quella del mondo; non possiamo servire due padroni, l’ambiguità non ci fa progredire nella via di Gesù. Bisogna guardarsi dalla “durezza del cuore”: dobbiamo essere docili allo Spirito che opera nel nostro cuore e ci rende disponibili ad entrare in comunione con Gesù, con Dio e con i fratelli. L’ammonimento di Gesù ai suoi discepoli è chiaro: liberarci da una fede ipocrita, che si lascia influenzare dalla mentalità mondana che ci fa perdere la fiducia nella provvidenza di Dio e ci rende così dipendenti dai nostri bisogni da farci dimenticare che c’è un Padre nei cieli: “Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro?” (Mt 6,26). Gesù ci ha messo in guardia: non possiamo essere come “coloro che ascoltano la Parola, ma al sopraggiungere delle preoccupazioni del mondo, della seduzione della ricchezza e delle passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto” (Mc 4,18). Il lievito di Gesù è un altro: il pieno abbandono all’amore di Dio, che ci porterà all’impegno per la verità, per la giustizia, per la santità della vita.
Lettura esistenziale
“Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!” (Mc 8, 15). L’evangelista Luca ci fa sapere che il lievito dei farisei, dal quale Gesù esorta a guardarci è l’ipocrisia (Lc 12, 1). L’ipocrisia è l’esatto contrario della semplicità, che invece è unità di vita; unità tra ciò che pensiamo, ciò che diciamo e ciò che facciamo. I farisei erano molto osservanti della Legge, alla quale aggiungevano molte altre prescrizioni, però ne avevano rinnegato la forza interiore, l’essenza. Il cuore della Legge è infatti l’amore. Quando si rinnega l’anima della Legge, in realtà la rigida osservanza delle norme non serve ad altro che a gonfiaci d’orgoglio, farci sentire superiori agli altri “poveri peccatori” e ad ergerci a giudici del prossimo. Mentre, dunque il lievito dei farisei è l’ipocrisia, quello di Erode è la sete di potere che lo fa diventare diffidente verso tutti, persino verso i propri figli. Quando si è dominati dalla sete di potere, gli altri non si vedono come fratelli e sorelle, ma come avversari e concorrenti da eliminare. In una delle sue parabole, Gesù paragona il regno dei cieli al lievito (Mt 13, 33), dunque esiste un lievito cattivo da cui guardarsi ed esiste un lievito buono che fa lievitare tutta la pasta. Quale lievito è presente nel nostro cuore? Da quale spirito è animata la nostra vita e le nostre relazioni?