• 21 Novembre 2024 13:30

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

L’impegno della Chiesa contro la tratta di persone

di Francesco Polizzotti

Si tiene oggi la Giornata Mondiale contro la Tratta di esseri umani, quest’anno arrivata alla sua decima celebrazione. La campagna di quest’anno si concentra sulla sensibilizzazione sulle cause e sulle vulnerabilità associate al traffico di bambini. Inoltre, sottolinea la necessità di un sostegno dedicato ai bambini vittime della tratta e sollecita il pubblico e i politici ad affrontare le attuali carenze e ad accelerare l’azione per porre fine al traffico di esseri umani.

La tratta di esseri umani è un grave crimine e una grave violazione dei diritti umani. Ogni anno migliaia di uomini, donne e bambini cadono nelle mani dei trafficanti, nei loro paesi e all’estero. I bambini sono soggetti a varie forme di tratta, tra cui il lavoro forzato, la criminalità, l’accattonaggio, l’adozione illegale, l’abuso sessuale e la diffusione online di immagini abusive, e alcuni sono anche reclutati in gruppi armati. Anche le ragioni del traffico di minori sono numerose. Alcuni dei più importanti sono: la povertà, il sostegno insufficiente per i minori non accompagnati di fronte all’aumento della migrazione e dei flussi di rifugiati, i conflitti armati, famiglie disfunzionali e mancanza di cure parentali (fonte: Onu).

In Italia, secondo il Ministero dell’Interno, la tratta di persone costituisce la terza fonte di reddito per le organizzazioni criminali, dopo il traffico di armi e di droga. La normativa italiana per il contrasto alla tratta di esseri umani si basa essenzialmente sulla  legge n. 228 dell’11 agosto 2003, intitolata “Misure contro la tratta di persone”e sull’articolo 18 del decreto legislativo 286 del 1998 (Testo Unico sull’immigrazione).

La protezione prevista si articola in due momenti principali: la prima accoglienza e il periodo di riflessione e la protezione sociale vera e propria, diretta all’inclusione socio-lavorativa della persona nel territorio nazionale o, dove possibile, nel Paese d’origine. Il primo di questi due momenti è disciplinato dall’art. 13 dellaLegge_228-2003, il quale prevede l’istituzione di uno speciale programma di assistenza per le vittime di tratta e sfruttamento, garantendo in via transitoria adeguate condizioni di alloggio, vitto, assistenza sanitaria e psicologica. La vera e propria protezione delle vittime è invece connessa al rilascio di un particolare permesso di soggiorno, previsto dall’art. 18 del d.lgs_286-98, che rappresenta un modello avanzato in materia in quanto non è vincolato alla collaborazione della vittima nel procedimento penale contro i trafficanti o gli sfruttatori. Sono dati forniti dall’Osservatorio Intervento Tratta, organismo costituito presso il Dipartimento per le Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio.

In generale, il sistema italiano si conforma e si fa promotore dei principi guida riconosciuti a livello internazionale, tra cui in primo luogo il principio dell’autonomia della vittima, che attraverso un programma di assistenza e di sviluppo individualizzato è portata all’autonomia, il principio dell’integrazione, che riguarda tanto i soggetti con origini e finalità diverse, tanto le stesse politiche adottate; e infine il principio di sussidiarietà, in base al quale la dimensione territoriale rappresenta il punto di riferimento su cui strutturare l’intervento rivolto alle vittime.

Nel suo messaggio per la X Giornata Mondiale di Preghiera e Riflessione contro la Tratta di Persone “Camminare per la dignità: ascoltare, sognare, agire” (clicca qui) dell’8 febbraio 2024, memoria liturgica di Santa Giuseppina Bakhita, Papa Francesco diceva: “La tratta è spesso invisibile. I media, grazie anche a reporter coraggiosi, gettano luce sulle schiavitù del nostro tempo, ma la cultura dell’indifferenza ci anestetizza. Aiutiamoci insieme a reagire, ad aprire le nostre vite, i nostri cuori a tante sorelle e tanti fratelli che sono trattati come schiavi. Non è mai troppo tardi per decidere di farlo. E grazie a Dio sono numerosi i giovani che si sono coinvolti nell’impegno di questa Giornata mondiale. Il loro slancio ci indica la strada, ci dice che contro la tratta dobbiamo ascoltare, sognare e agire”. L’impegno della Chiesa cattolica e più in generale delle confessioni cristiane nel contrasto alla tratta di persone trova l’immagine più bella nell’impegno dei religiosi ed in particolare delle suore.

Di fatto, sono spesso religiose che vivono più da vicino il dramma della tratta, della tratta finalizza alla prostituzione, al degrado dell’identità di giovani ragazze illuse da una prospettiva di vita migliore ma che giunte in Europa sono costrette alla mercificazione del proprio corpo.

Talithakum è la Rete Internazionale della Vita Consacrata contro la Tratta di Persone. Formalmente fondata nel 2009 presso l’Unione Internazionale Superiore Generali (UISG)  come iniziativa internazionale contro la tratta di esseri umani e lo sfruttamento, Talitha Kum promuove la collaborazione tra reti organizzate a livello nazionale, regionale e continentale, sostenendo attivamente le vittime, i sopravvissuti e le persone a rischio. Ogni rete di Talitha Kum mantiene la sua identità unica ed opera all’interno del proprio paese o regione, mentre il Coordinamento Internazionale alla UISG sostiene lo sviluppo delle competenze e la formazione delle reti e dei membri, facilitando la condivisione di informazioni, risorse ed esperienze.

A capo delle differenti reti guidate da religiose, Talitha Kum si fonda sulla lunga e ricca tradizione delle donne cattoliche che ispirate dal ministero vivificante di Cristo sono impegnate nel lavoro comunitario e nella collaborazione, seguendo l’esempio del Dio Trino.

Papa Francesco supporta anche la piattaforma SuperNuns  che si propone di raccogliere fondi per le suore impegnate nel salvataggio delle vittime del traffico di esseri umani.