Storia antica, quella del dogma dell’Immacolata Concezione; storia del tutto francescana, si potrebbe dire, a cominciare da quel frate del Medioevo che profeticamente tanto difese il titolo di “Immacolata Concezione”: stiamo parlando dell’immenso Giovanni Duns Scoto. Infatti, anche se il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria è stato proclamato nel 1854, da Papa Pio IX, la storia di questa particolare devozione è molto più antica: precede di secoli, la proclamazione del dogma. In fondo, già i Padri della Chiesa d’Oriente, avevano scritto in merito a questo tema, quello dell’immacolato concepimento della Vergine: l’avevano chiamata, infatti: “Intemerata, incolpata, bellezza dell’innocenza, più pura degli Angioli, giglio purissimo, germe non-avvelenato, nube più splendida del sole, immacolata”.
In sintesi, le premesse ci sono davvero tutte. In Occidente, invece, questa teoria riscontrò alcune forti resistenze: bisognava mantenere salda la dottrina della Redenzione, operata soltanto in virtù del sacrificio di Gesù. Ed è in questa disputa che sorge il pensiero del francescano Giovanni Duns Scoto, ossia il famoso “Dottor Sottile” che fu estremo difensore del concepimento immacolato di Maria: Lei, la Madre di Gesù, la Madre di tutti gli uomini, era stata redenta – fin dalla nascita – da Dio; si trattava di una “Redenzione preventiva”, prima e fuori del tempo. Ella fu preservata dal peccato originale in previsione dei meriti del suo figlio divino.
In una certa misura, proprio da Duns Scoto comincia una più radicata devozione a Maria Immacolata, tanto che dal 1476, la festa della Concezione di Maria venne introdotta nel Calendario romano. Da questo periodo in poi, tra i cantori più celebri dell’Immacolata, ci sono: San Leonardo da Porto Maurizio e San Bernardino da Siena, entrambi francescani. Personaggi, volti e storie; idee e teorie che vanno a confluire in un’unica immensa direzione: l’Immacolata.
È interessante – e non poco – leggere cosa San Leonardo da Porto Maurizio scrisse in merito al tema dell’Immacolata Concezione: “Maria, destinata sino dall’eternità ad essere la Madre del Figlio di Dio per cooperare con Lui alla distruzione del peccato, è la fortunata donna che non solo fu concepita senza peccato, non solo arricchita di grazie in gran copia sino dall’immacolato concepimento, ma resa ancora per ispeziale privilegio impeccabile”. Il frate francescano scrive, dunque, a chiare lettere “concepita senza peccato”. Per questa sua profonda convinzione scrisse al pontefice, ai cardinali, ai vescovi e ai teologi sulla necessità di nuovo dogma mariano dell’Immacolata Concezione. Incontrò non pochi ostacoli tanto che molti suoi oppositori gli muovevano la critica che per poter asserire una verità così importante si doveva riunire un Concilio generale: a queste critiche, San Leonardo da Porto Maurizio rispose che il Concilio generale era costituito dalla fede di tutto il popolo cristiano che, se fosse stato interrogato in merito, avrebbe risposto, tranne poche eccezioni, favorevolmente a tale suo pensiero.
E poi, vi è San Bernardino da Siena, citato come “testimone” dell’Assunzione della Vergine Maria nella Costituzione apostolica Munificentissimus Deus (1950) di Papa Pio XII, tra i santi più innamorati di Maria, San Bernardino da Siena, sin dall’infanzia aveva mostrato questo amore del tutto speciale per la Madonna. Diceva: “Io sono innamorato della Vergine, a Lei sempre penso, Lei teneramente amo e non posso passare alcun giorno senza visitarla”. San Bernardino da Siena fu uno dei più grandi studiosi della Vergine: così ci dicono numerosi teologi dal ‘500 in poi che riferendo e sviluppando i suoi pensieri, hanno prodotto una vasta produzione di testi mariologici.
Basterebbe pensare anche ai pontefici che – nel corso della storia della Chiesa – lo hanno citato: Leone XIII (Iucunda semper, 1894), o ad esempio, Pio X (Ad diem illum, 1904). Bernardino, infatti, scrisse ben undici sermoni specificamente mariani, in lingua latina. Questi sermoni costituiscono il corpus del Tractatus de Beata Virgine. Inoltre, ci sono rimaste anche otto prediche mariane in lingua volgare, che sono state riportate da chi lo ha ascoltato.
Parlando della santificazione di Maria nella sua concezione, san Bernardino cita Hugone, il quale affermava che la stessa santificazione “removit culpam originalem, confert gratiam et removet pronitatem ad peccandum tam venialiter quam mortaliter. Et haec fuit in Virgine”. E, ancora più avanti, queste parole, formano una più che valida premessa al dogma dell’Immacolata: “La Vergine Maria fo senza omni peccato mortale, veniale et originale, secondo la comune nostra opinione. Et benché santo Thoma et alcun altro Dottore dicano che Ella contrahesse el peccato originale, […] et che per brevissimo poncto stete cum esso, ma l’Ordine nostro et multi altri Sancti et Doctori, non meno autentici [=autorevoli] di quelli, tengono ch’ella non contrahesse mai peccato originale”.
L’ordine francescano, grazie proprio a santi come Leonardo da Porto Maurizio e Bernardino da Siena – e prima ancora lo stesso Scoto – non poteva, dunque, eleggere come propria patrona proprio l’Immacolata.