Nei giorni in cui suona la prima campanella per milioni di studenti italiani, si torna a discutere sui costi proibitivi dei testi scolastici. Ma stavolta l’Antitrust ha deciso di andare al fondo della questione, avviando un’indagine conoscitiva su un mercato editoriale che vale un miliardo di euro e ha un target di riferimento di 8 milioni di persone fra docenti e allievi.
Al centro del provvedimento, annunciato con un comunicato, l’aumento incontrollato dei prezzi e le logiche concorrenziali alla base di molte altre criticità, come le difficoltà di reperimento dei titoli e le dispute sui diritti di proprietà. Secondo l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, quest’anno si spenderanno in media 591,44 euro per comprare i libri di testo necessari e almeno due dizionari, pari al 18% in più dell’anno precedente. Le rilevazioni Istat segnalano poi un aumento del 4,9% sui costi nell’ultimo mese e si calcola che la cifra totale da investire per l’intero corredo possa raggiungere persino i 1300 euro ad alunno (stime Codacons).
Al governo, Unione Nazionale Consumatori contesta il divieto imposto alle grandi catene di supermercato e alle piattaforme digitali «di poter fare sconti sui libri scolastici superiori al 15% del prezzo di copertina, anche sottoforma di buoni spesa», frutto di una modifica del 2020 alla legge n.15 sulla promozione e il sostegno alla lettura. Assoutenti invece punta il dito contro gli istituti scolastici, accusati di eccedere i tetti di spesa imposti dal ministero e di non prevedere misure sufficienti a sostenere gli sforzi economici degli studenti «incentivando gli scambi e potenziando le biblioteche scolastiche». E auspica la collaborazione con produttori e commercianti per distribuire “kit scuola con articoli a prezzi calmierati”.
Per Adoc (Associazione Nazionale Difesa e Orientamento dei consumatori), infine, le agevolazioni statali, comunali e regionali esistono ma «interessano soltanto una parte delle famiglie e registrano gravi ritardi nella loro erogazione rispetto al calendario scolastico in corso, rischiando di aggravare le diseguaglianze sociali e generare ulteriori discriminazioni».
Mentre Confesercenti invita a non far ricadere le colpe su librerie e cartolibrerie, le quali non fissano i prezzi e non possono per questo farsi carico di riduzioni importanti, da tutte le sigle è arrivato unanime il plauso per l’iniziativa dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Nella nota, l’ente afferma di aver avviato anche una consultazione pubblica sul tema, a cui sarà possibile contribuire entro i prossimi trenta giorni.