Commento di fra Marcello Buscemi e di Suor Cristiana Scandura
Martedì della XX settimana del Tempo Ordinario
Letture: Gdc 6,11-24; Sal 84; Mt 19,23-30
Riflessione biblica
È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio” (Mt 19,23-30). Mi passano per la mente tante figure di Santi e Sante, che pur essendo ricche, sono entrate nel Regno dei cieli: Elisabetta d’Ungheria, Agnese di Boemia, Ludovico re di Francia e tanti altri, che, pur rimanendo nel loro stato sociale elevato, si sono adoperati per entrare nel Regno dei cieli. La questione non è la ricchezza, ma il cuore: “Non confidate nella violenza, non illudetevi della rapina; alla ricchezza, anche se abbonda, non attaccate il cuore” (Sal 62,11). Se il cuore non si fa sedurre dai beni di questo mondo e si impegna nell’amore al prossimo, la ricchezza può divenire occasione di progresso spirituale e di testimonianza di amore a Dio e al prossimo.
Lettura esistenziale
“Molti dei primi saranno gli ultimi e molti degli ultimi saranno primi” (Mt 19, 30). Una virtù fondamentale nella vita del cristiano è l’umiltà. Spesso però si confonde l’umiltà con la bassa stima di sé: nulla di più errato. L’umile non è una persona frustrata, malinconica e bisognosa di essere continuamente approvata. Al contrario, la persona umile ha il cuore colmo di gioia e di gratitudine, perché sa di non meritare nulla e perciò tutto accoglie come dono.
L’umiltà è un atteggiamento interiore? Lo è senza dubbio, ma dal cuore umile devono sgorgare atti concreti.
L’umile indossa volentieri il grembiule del servizio, non si pone sopra gli altri, non si appropria del bene che Dio dice o opera per mezzo suo, ma da’ gloria a Dio, occupa con gioia l’ultimo posto.
L’umile magnifica Dio che opera nel suo cuore cose meravigliose, si contraddistingue per la serenità e la letizia, per la gratitudine, per la pazienza nelle tribolazioni e nelle avversità della vita, per la capacità di gioire del bene altrui.
Tutti questi atteggiamenti li troviamo compiuti in grado eminente nell’umile per eccellenza: la Vergine Maria.
Come radicare nel cuore questa virtù? Dalla Sacra Scrittura ci viene una risposta convergente: ponendosi davanti a Dio.
Cogliendo questa umiltà abissale del Figlio di Dio, che consiste non nell’essere piccolo, ma nel farsi piccolo, abbassandosi, San Francesco, nelle “Lodi di Dio Altissimo” dice di Lui: “Tu sei umiltà”.
Ci conceda il Signore, per l’intercessione della Vergine Maria, un cuore umile e perciò gioioso e riconoscente.