• 22 Novembre 2024 10:17

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di fra Marcello Buscemi e di Suor Cristiana Scandura

Martedì della XX settimana del Tempo Ordinario

Letture: Gdc 6,11-24; Sal 84; Mt 19,23-30

Riflessione biblica

È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio” (Mt 19,23-30). Mi passano per la mente tante figure di Santi e Sante, che pur essendo ricche, sono entrate nel Regno dei cieli: Elisabetta d’Ungheria, Agnese di Boemia, Ludovico re di Francia e tanti altri, che, pur rimanendo nel loro stato sociale elevato, si sono adoperati per entrare nel Regno dei cieli. La questione non è la ricchezza, ma il cuore: “Non confidate nella violenza, non illudetevi della rapina; alla ricchezza, anche se abbonda, non attaccate il cuore” (Sal 62,11). Se il cuore non si fa sedurre dai beni di questo mondo e si impegna nell’amore al prossimo, la ricchezza può divenire occasione di progresso spirituale e di testimonianza di amore a Dio e al prossimo. gesu-9-300x157 Libertà di cuoreIl loro cuore è stato un “buon terreno, e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno” (Mt 13,8). E ciò è avvenuto, perché essi non hanno posto la loro fiducia nella ricchezza, né materiale né sociale, ma in Dio: “Da lui provengono la ricchezza e la gloria, egli domina tutto; nella sua mano c’è forza e potenza, con la sua mano dà a tutti ricchezza e potere” (1Cron 29,12). Tutto ciò non è di facile comprensione, se Pietro domandò a Gesù: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?” (Mt 19,27). In verità, noi non ci impegniamo per avere un premio, ma per essere in comunione con Gesù e con Dio. Così, la comprensione della “vera ricchezza” sta nel seguire Gesù e lasciare tutto “per il nome di Gesù”. Bisogna essere come “quell’uomo, che, trovato un gran tesoro, lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo, o che ha trovato una perla preziosa, vende tutto e la compra” (Mt 13,44-46). Il vero tesoro del cristiano è Gesù, “in cui sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza” (Col 2,3) e la ricompensa della sequela è la vita eterna. Attenzione, quindi! “Chi semina nella sua carne (cioè nell’egoismo), dalla carne raccoglierà corruzione; chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna” (Gal 6,8).

Lettura esistenziale

“Molti dei primi saranno gli ultimi e molti degli ultimi saranno primi” (Mt 19, 30). Una virtù fondamentale nella vita del cristiano è l’umiltà. Spesso però si confonde l’umiltà con la bassa stima di sé: nulla di più errato. L’umile non è una persona frustrata, malinconica e bisognosa di essere continuamente approvata. Al contrario, la persona umile ha il cuore colmo di gioia e di gratitudine, perché sa di non meritare nulla e perciò tutto accoglie come dono.

L’umiltà è un atteggiamento interiore? Lo è senza dubbio, ma dal cuore umile devono sgorgare atti concreti.servizio-300x197 Libertà di cuore

L’umile indossa volentieri il grembiule del servizio, non si pone sopra gli altri, non si appropria del bene che Dio dice o opera per mezzo suo, ma da’ gloria a Dio, occupa con gioia l’ultimo posto.

L’umile magnifica Dio che opera nel suo cuore cose meravigliose, si contraddistingue per la serenità e la letizia, per la gratitudine, per la pazienza nelle tribolazioni e nelle avversità della vita, per la capacità di gioire del bene altrui.

Tutti questi atteggiamenti li troviamo compiuti in grado eminente nell’umile per eccellenza: la Vergine Maria.

Come radicare nel cuore questa virtù? Dalla Sacra Scrittura ci viene una risposta convergente: ponendosi davanti a Dio.

gesu-10-300x150 Libertà di cuoreL’umiltà è verità su di sé. Finché l’uomo si confronta solo con se stesso e con gli altri comprende poco o nulla della sua situazione. Se invece si pone davanti a Dio e alla Sua Parola, allora scopre il suo vero volto interiore. Nel paragonarci con gli altri infatti ci sarà sempre qualcosa in cui eccelliamo rispetto alla persona con cui ci confrontiamo. Il nostro termine di paragone, invece, deve essere Dio e il nostro specchio la vita di Cristo Gesù Signore nostro che, pur essendo Dio, umiliò Se stesso, facendosi obbediente, curando e beneficando tutti coloro che si rivolgevano a Lui, cingendosi il grembiule e lavando i piedi degli apostoli, scegliendo di rimanere con noi nell’umile segno del pane eucaristico.

Cogliendo questa umiltà abissale del Figlio di Dio, che consiste non nell’essere piccolo, ma nel farsi piccolo, abbassandosi, San Francesco, nelle “Lodi di Dio Altissimo” dice di Lui: “Tu sei umiltà”.

Ci conceda il Signore, per l’intercessione della Vergine Maria, un cuore umile e perciò gioioso e riconoscente.