Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Sabato della XXX settimana del Tempo Ordinario
Letture: Rm 11,1-2.11-12.25-29; Sal 93; Lc 14,1.7-11
Riflessione biblica
“Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, ma all’ultimo posto” (Lc 14,7-11). Non è una regola di buon comportamento sociale: al tempo di Gesù probabilmente poteva anche funzionare, dato che la ricchezza e il prestigio avevano un certo peso nell’assegnazione dei posti in un convito. Non si tratta neppure di una regola di prudente modestia: non cerco il primo posto solo per non fare brutta figura. Sta scritto, infatti: “È meglio sentirsi dire: Sali quassù, piuttosto che essere umiliato davanti a uno più importante” (Prov 25,7). No! Gesù ci insegna una regola fondamentale del vivere cristiano, non solo perché siamo orientati verso “il banchetto celeste”, ma anche perché tutti i credenti siamo figli di Dio e fratelli e sorelle uguali tra noi: “Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi piuttosto a ciò che è umile” (Rom 12,16).
Lettura esistenziale
Dio è amico dell’umile, perché l’umile è terra buona dove il seme della Parola può essere accolto e germogliare. Gesù è l’umile, il povero, il piccolo semplicemente perché è Amore: questa è la vera grandezza a cui siamo chiamati. Questa di Gesù sembra una lezione su una questione di stile e in parte lo è, perché dai gesti esterni, dallo stile esteriore che noi abbiamo viene fuori tutto ciò in cui crediamo e che abbiamo scelto nel profondo di noi stessi.
La logica della scelta dell’ultimo posto non è una logica di frustrazione o di svalutazione di sé stessi, ma è la logica di chi si sa talmente tanto amato che non ha bisogno di apparire per contare agli occhi di Dio, e che può permettersi di mettersi anche nell’anfratto più nascosto sapendo che è talmente tanto amato che per quell’amore non rimarrà mai invisibile, mai lasciato in disparte.
Come cristiani non dovremmo cercare i primi posti perché a chi sperimenta un vuoto è normale la ricerca di un riconoscimento esteriore che ne riempia quel vuoto. Ma a noi quel vuoto l’ha colmato l’amore di Cristo, e non cerchiamo nient’altro se non il goderci le nozze. Ma se cerchiamo il primo posto ricordiamoci che forse il problema è che non ci sentiamo amati.