• 22 Novembre 2024 4:43

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Lettera del Ministro provinciale ai Frati e Sorelle Povere di Sicilia per V Centenario nascita di S. Benedetto da S. Fratello

Carissimi fratelli e sorelle, il Signore vi dia pace!
La provvidenza del Signore e la sua misericordia ci offrono l’occasione per continuare il nostro cammino di sequela in questo anno 2024, celebrando insieme i cinquecento anni dalla nascita di San Benedetto da San Fratello.

Riscoprire la santità di uno di noi frati vissuto nella nostra terra, può essere un dono per la nostra vocazione, un’opportunità per dare nuovo entusiasmo e nuova radicalità alla nostra chiamata a seguire Cristo povero e crocifisso. L’esperienza di Benedetto ci ricorda che le grandi opere di Dio si compiono nella quotidianità e nella semplicità ordinaria della vita offerta a Dio, vivendo gioie e sofferenze con la ferma certezza che tutto concorre al bene di coloro che sono stati chiamati a vivere la vita bella del Vangelo.

Cari fratelli e care sorelle, lasciamoci conoscere, riconoscere e consolare dalla sapienza di Dio che a noi si rivela nella parola del Vangelo, nostra forma di vita. il centro della nostra vita, come lo è stato per Benedetto nostro fratello, è la Parola di Dio. È straordinariamente bello poter pregare ogni giorno i salmi della liturgia delle ore e tramite essi benedire, lodare, invocare, supplicare, ringraziare il Signore per la sua immensa misericordia; viviamo di essa, crediamo che ci è stata usata da Dio in misura abbondantissima, questa è la nostra felicità. Accogliere il Suo sguardo benevolo ci aiuta a riconoscere l’armonia insita nella nostra esistenza tra l’uomo e il frate (consacrato a Dio) che siamo stati chiamati ad essere. Non dualità né alternanza tra il nostro essere uomini e il nostro essere frati, ma un’unica unità redenta, sposata e colmata di misericordia di Dio perché nessuno è perfetto, ma tutti siamo discepoli di Cristo come lo furono i Dodici, come lo fu Benedetto da San Fratello.

Ogni giorno, così come possiamo e sappiamo fare, siamo mandati a lavorare nel campo della Chiesa che è il mondo, per ricordare a tutti che esiste un unico Dio e Signore e che noi siamo tutti fratelli, augurando il dono della pace e incoraggiando tutti a credere nel perdono del Signore e nel suo immenso amore. Gli anni che ognuno di noi ha vissuto indossando il saio di Francesco e quelli che continueremo a trascorrere insieme, sono stati e sempre saranno guidati dalla Sua provvidenza. Mai siamo stati abbandonati, mai ci è mancato il pane, mai siamo stati lasciati in balìa di assurdi deliri, ma sempre, nel suo Santissimo Nome, siamo giunti ad abbracciare la verità della nostra vita evangelica perché neanche un istante vada sprecato per indossare gli abiti della santità.

Il centenario che celebriamo ridesti in noi l’entusiasmo di vivere con gioia e nella perfetta letizia francescana la nostra vita. Non giudichiamoci, fratelli, gli uni gli altri, ma sempre incoraggiamoci ad accettarci vicendevolmente perché tutti siamo dono del Signore gli uni per gli altri, come per noi è dono San Benedetto. Lasciamo cantare la nostra creatività nell’intraprendere strade antiche e strade nuove per dare freschezza e attualità alla nostra vocazione, e sempre per annunciare e vivere il Vangelo. Ascoltiamo il grido dei fratelli che vivono la nostra stessa storia e offriamo a tutti il nostro cuore capace di farsi prossimo: non tanto nell’indicare una via, quanto nel condividere la Via. San Benedetto fu religioso fratello con umiltà e disponibilità ad ascoltare il tesoro nascosto nel cuore di ogni uomo e incantandosi di quanto Dio operava nella storia di coloro i quali a lui si rivolgevano. Non siamo maestri di nessuno, perché mai nessuno ci ha costituiti tali, ma siamo fratelli di tutti, perché Dio si è fatto nostro fratello in Gesù, Nome santo di Dio che si fa uomo.

Non lasciamoci scoraggiare mai dal pessimismo che dilaga, né abbattere dal senso di inutilità che a volte ci attraversa la mente; i tempi che stiamo vivendo, anche dal punto di vista della fede, non sono i peggiori che la storia dell’uomo abbia visto, assolutamente no! Oggi tocca a noi: come cinquecento anni fa è stato il turno di Benedetto e ha saputo fare la sua parte, oggi noi siamo chiamati a fare la nostra, a rinnovare il dono della fede, della vocazione, ad aiutare l’uomo e la donna di oggi a respirare a pieni polmoni l’aria della Vita donata dal Signore. Viviamo la speranza della fede che confida in Dio, più dell’ottimismo di chi pensa di potercela fare o, peggio, dovercela fare da solo. Solo in Dio possiamo vivere bene e in pace.

San Benedetto è stato portatore di pace, testimone di pace, costruttore di pace perché in lui tutto è stato di Dio. Noi abbiamo desiderio di toccare la Sua vita con le nostre mani, ma solo con la luce della fede possiamo riconoscerLo in mezzo a noi.

Prega per noi, Benedetto da San Fratello. Prega per noi, caro nostro fratello.

Fra Antonino Catalfamo, Ministro Provinciale dei Frati Minori di Sicilia