• 22 Novembre 2024 17:04

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Lettera del Ministro Generale dei Frati Minori per il Santo Natale 2022

Cari Fratelli e Sorelle, il Signore vi dia pace!

Questo Natale ci fa guardare ormai agli 800 anni del Natale di Greccio che celebreremo nel 2023. In esso riconosciamo segni di luce e segni di oscurità, tra la letizia, la notte e la povertà del luogo. «E giunge il giorno della letizia, il tempo dell’esultanza! Per l’occasione sono qui convocati frati da varie parti; uomini e donne del territorio preparano festanti, ciascuno secondo le sue possibilità, ceri e fiaccole per rischiarare quella notte, che illuminò con il suo astro scintillante tutti i giorni e i tempi. Arriva alla fine il santo di Dio e, trovando che tutto è stato predisposto, vede e se ne rallegra. Si accomoda la greppia, vi si pone il fieno e si introducono il bue e l’asinello. In quella scena si onora la semplicità, si esalta la povertà, si loda l’umiltà. Greccio è divenuto come una nuova Betlemme»

francesco2-1-258x300 Lettera del Ministro Generale dei Frati Minori per il Santo Natale 2022La luce del Natale, e del Centenario di Greccio, arriva in un tempo oscuro, nel quale la pace è minacciata, in Ucraina e nel resto del mondo dove si contano tanti conflitti, dal Medio Oriente a non pochi Paesi africani, dal Caribe all’America Centrale e del Sud, dall’Asia all’Oceania. Molti dei nostri fratelli e sorelle vivono in queste frontiere di guerra e restano tra e con le persone, specie i poveri. Oggi più che mai facciamo nostro il grido di Geremia: «Aspettavamo la pace ma non c’è alcun bene, il tempo della guarigione, ed ecco il terrore!»

È il grido di tanta umanità e lo vogliamo far nostro rivolgendolo a Dio: ci scuote dalla nostra indolenza e distrazione, ci provoca a un’azione e a un pensiero nuovo. È con questo grido che con Francesco ci prepariamo al Natale: «Vorrei fare memoria di quel Bambino che è nato a Betlemme, e in qualche modo intravedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato; come fu adagiato in una mangiatoia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello». Con lo sguardo alla luce e insieme all’oscurità della notte di Greccio e di Betlemme possiamo unirci al grido di tanti che invocano pace e speranza: non è un anestetico, ma la via per leggere i segni dei tempi e riconoscere nell’oscurità di questa ora drammatica i segni di una vita che è la luce degli uomini, luce che splende nelle tenebre, anche se queste non la accolgono.

Il Centenario del Natale di Greccio è un’occasione per annunciare la luce del Vangelo in questi tempi oscuri. Come? Nella logica dell’Incarnazione per dire Dio dobbiamo amare la terra. Dio guarda con amore il mondo in crisi e per questo dona suo Figlio e nella fede ci permette di riconoscere proprio nel mondo di oggi più porte aperte che sbarrate, più opportunità che segni di morte. Propongo alcune luci e opportunità che riesco a scorgere nel nostro oggi. La crisi di questo tempo oscuro è opportunità per un incontro nuovo con Colui che per noi si è fatto povero; lo è per ciascuno e anche per le nostre fraternità, che hanno bisogno di una riforma profonda e urgente se vogliono avere un futuro vivibile e credibile nel nostro tempo. 2 1Cel 85. 3 Ger 14, 19. 4 1Cel 84. 5 cfr. Gv 1,4-5. La crisi di questo tempo oscuro è opportunità per ridire oggi la fede e il carisma con parole più essenziali e con azioni che lo mostrino, attraverso relazioni nuove. Francesco sale a Greccio con i fratelli, con i contadini e i poveri, con il signore del luogo, senza barriere. La crisi di questo tempo oscuro è opportunità per ascoltare il Vangelo della pace come il criterio per ripensare la fede in Gesù Cristo come memoria e profezia, per interpretare in modo nuovo, dinamico e creativo il nostro carisma di fratelli e sorelle, contemplativi, minori, miti e pacifici. La crisi di questo tempo oscuro è opportunità per coltivare il dialogo: la guerra in Ucraina mostra la sconcertante e dolorosa contrapposizione fra Chiese cristiane. maria-300x240 Lettera del Ministro Generale dei Frati Minori per il Santo Natale 2022È una provocazione che smaschera le strumentalizzazioni che il potere fa delle religioni, che non possono essere “strumenti del regno”. La crisi di questo tempo oscuro è opportunità per coltivare la teoria e la pratica della non violenza, che ha profonde radici evangeliche e francescane, tutte da approfondire, anche tra noi. Cari fratelli e sorelle! Con la festa della Vergine Immacolata, nel cuore dell’Avvento, ci prepariamo a vivere un Natale luminoso e oscuro insieme, come a Betlemme, dove il Bambino che nasce è minacciato, e come a Greccio, dove Chiara ci invita a guardare «con attenzione il principio di questo specchio, la povertà di colui che è posto in una mangiatoia e avvolto in pannicelli. O mirabile umiltà, o povertà che dà stupore! Il Re degli angeli, il Signore del cielo e della terra è reclinato in una mangiatoia». Accogliamo questo dono dall’alto perché «come la terra produce la sua vegetazione e come un giardino fa germogliare le sue semenze, così il Signore, Dio, farà germogliare la giustizia e la lode davanti a tutte le nazioni».

Lettera IV ad Agnese, 19-21. 7 Is 61,11. Siamo testimoni che la pace è dono prima che opera nostra e per questo collaboriamo con il Signore per la fioritura della vita piena che Lui vuole riversare su tutti. In questo spirito porgo a tutti e a tutte i miei più fraterni auguri di un Santo Natale e di un Buon Anno Nuovo 2023, inizio del Centenario Francescano. Questo saluto giunge nei diversi contesti e situazioni in cui viviamo. Sia un Natale nel quale nell’attesa orante possiamo gridare con tanti: «Stillate, cieli, dall’alto e le nubi facciano piovere la giustizia; si apra la terra e produca la salvezza e germogli insieme la giustizia. Io, il Signore, ho creato tutto questo» .