• 16 Settembre 2024 21:11

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Le Comunità di Caronia accolgono la lampada di Francesco

di Francesco Polizzotti

Dal 16 agosto per una settimana le Parrocchia San Nicolò di Bari e Maria SS. Annunziata di Caronia (ME), accoglieranno la Lampada di San Francesco nel suo peregrinare nelle diocesi siciliane per la raccolta dell’olio destinato ad alimentare la Lampada votiva nella Basilica inferiore dedicata al Santo. Chiunque visiti la tomba di San Francesco in Assisi vi trova, scendendo le scale dalla basilica inferiore in alto, la cosiddetta “lampada votiva” con la fiamma che arde. Ebbene la sua tradizione ha origini che risalgono ai primi tempi della conversione del santo.

Il dono dell’olio da parte delle regioni – ci ricordano dal Sacro Convento – esprime il segno di gratitudine, stima e riconoscimento nei confronti di ciò che ha vissuto e testimoniato il santo. Invece la fiamma sta a rappresentare l’amore vivo di Francesco per Cristo crocifisso, ma anche l’offerta di tutti i comuni italiani uniti intorno ai valori religiosi e morali rappresentati dall’assisiate.

Dopo la tappa di Capizzi, la Lampada di San Francesco arriva a Caronia accolta dai fedeli con la celebrazione del lucernario e la predicazione di Fra Giuseppe Maggiore OFM, invitato per l’occasione dal Parroco don Carmelo Scalisi.

Il Poverello di Assisi ricopre un posto particolare nella vita dei cristiani e ha segnato profondamente il vissuto del nostro Paese. La sua storia è un invito a lasciarsi amare da Dio e ad abbracciare come il Serafico la bellezza di un Dio che vive dentro di noi.

La veglia di preghiera sulle orme del Poverello di Assisi, che si innamorò così tanto di Gesù da desiderare di imitarne la povertà, dal presepe alla Croce, e con l’aiuto dello Spirito Santo divenuto immagine viva di Cristo per la Chiesa del suo tempo, “Chiesa che Cristo ha conquistata a Sé col proprio Sangue”, è stato un invito a riconciliarsi con Dio e con i fratelli, sull’esempio del Santo che riconciliò gli animi e compose le divisioni del suo tempo e che oggi per opera dei suoi frati predica e pratica la pace tra i popoli, riscuotendo rispetto e amicizia universale da parte di tutti.

Francesco rappresenta ancora oggi una provocazione per chiunque voglia mettersi in discussione davanti alle disuguaglianze e ingiustizie del mondo, alle povertà vecchie e nuove, ad un Vangelo che non prevede né i “sé”, né i “ma” come ha ricordato Fra Giuseppe nella predicazione della Parola della XX Domenica del T.O. Anno B,  che “superando ogni desiderio”, come pregato nella Colletta, si fa esperienza dinamica che dalla tavola della mensa si sposta nei crocicchi della vita. Con le parole di Paolo, Fra Giuseppe ha voluto ricordare quale sia il comportamento dei discepoli di Gesù: “fate molta attenzione al vostro modo di vivere, comportandovi non da stolti ma da saggi, facendo buon uso del tempo, perché i giorni sono cattivi. Non siate perciò sconsiderati, ma sappiate comprendere qual è la volontà del Signore”.

Fra Giuseppe, citando la Regola francescana con riferimento ai fatti dolorosi dei conflitti tra le persone e le nazioni, ha ricordato l’insegnamento dell’episodio dei ladroni di Montecasale, “lupi anch’essi come il lupo di Gubbio”, pronti a sbranare la gente derubandola e malmenandola. Francesco consigliò ai frati di avvicinarsi a loro armati non di roncole e bastoni, bensì di disposizioni dettate da mitezza e squisita carità, portando cibo e vino. E anch’essi, come il lupo di Gubbio, furono ammansiti e spinti a cambiar vita: «alcuni entrarono nella Religione, gli altri fecero penitenza promettendo nelle mani dei frati di non commettere mai più, d’allora in poi, quei misfatti, ma di voler vivere con il lavoro delle proprie mani». Aggiungendo: «E chiunque verrà da loro (dai frati), amico o avversario, ladro o brigante, sia ricevuto con bontà».

La lampada nei prossimi giorni farà visita alle comunità di Marina di Caronia e di Canneto di Caronia, per poi essere consegnata alla Comunità parrocchiale di Santo Stefano di Camastra.