Il direttore d’orchestra che il mondo ci invidia, Riccardo Muti, lancia un appello accorato in difesa della Cultura intervenendo dal Teatro Massimo di Palermo ai lavori del convegno sul tema ‘Sud – Progetti per ripartire’.”Faccio un appello – spiega il maestro – per i nostri teatri e per i nostri musicisti, che sono il vanto del nostro teatro nel mondo ma che ora piangono per tanti motivi. Parlo di ragazze e ragazzi che oggi sono letteralmente alla fame”.
“Parlo dal teatro Massimo di Palermo – aggiunge Muti – che è un’eccellenza italiana, dove lavora gente straordinaria. Sto parlando di persone che studiano nei nostri conservatori e ricordo che ancora ci sono regioni in cui non c’è un’orchestra o un teatro, e tutto questo accade in Italia, il Paese della musica. Chi pensa ad esempio ora alle bande che sono un vanto dell’Italia del Sud? “.
Muti è a Palermo da due giorni. Una breve sosta in Hotel e prima tappa sulla tomba di Federico II in Cattedrale. Il maestro è un vero fan dell’imperatore illuminato e innovativo, e da poco ha acquistato un terreno non lontano da Castel del Monte in Puglia. Lo Stupor mundi vantava un altro appellativo: “Fanciullo di Puglia” ed è plausibile che il maestro pugliese senta con prepotenza il richiamo della forte personalità del Re di Sicilia, protettore delle arti e della letteratura. E questo è il punto, un sovrano che ama il Diritto, ma favorisce gli artisti. Esattamente ciò che Riccardo Muti chiede e cerca da almeno 45 anni. Un governante sapiente, che si prenda cura dell’immenso valore del Made in Italy culturale. Lo chiede e lo richiede, fino allo sfinimento, come ha fatto anche questa mattina rivolgendosi al ministro per il sud, Mara Carfagna, in video conferenza dal salotto del palco reale del Teatro Massimo.
Inascoltato fino ad ora, il maestro ,vede adesso aprirsi uno spiraglio. L’Italia ha ricevuto da lui molto di più di quel che gli ha concesso. Ma quando si tocca il tema della sua intera vita, l’educazione dei giovani, l’insegnamento della musica in tutte le scuole di ogni ordine e grado, la ripetuta richiesta di fermare i tagli alla Cultura, il maestro fa sul serio. Durante una recita di “Aida” all’Opera di Roma, dopo il “Va pensiero”, il pubblico chiese il bis che fu concesso, ma prima si girò verso la platea per invitare il Governo a non tagliare i fondi da destinare ai teatri, alle scuole, ai musei.
Adesso, dopo un anno di inaudite sofferenze per gli italiani, Muti ha deciso di attraversare la penisola, da Bergamo, a Napoli, a Palermo. Per lui la musica ha unito l’Italia nei momenti più bui, anzi l’ha unita e basta, e certamente ha un potere taumaturgico.
Il Teatro Massimo oggi lo ospita con la sua orchestra giovanile, la Cherubini: in programma la sinfonia n.3 di Schubert e “Dal nuovo mondo” di Dvorak. Saranno trasmessi domenica 28 Marzo alle ore 11 sul sito del teatro, dell’Anfols, su quello dell’ANSA nell’ambito del progetto ANSA per la Cultura e su ravennafestival.live.
Per Palermo è una festa, il sovrintendente del “Massimo” Francesco Giambrone, che è anche presidente dell’Anfols, lo ha accolto con i dovuti onori. Oggi e domani Muti sta provando con l’orchestra del Massimo. “Vi trovo in gran forma”, ha detto agli orchestrali, durante il meraviglioso Requiem di Verdi, un brano molto caro a Muti, come tutto il repertorio verdiano. L’esecuzione in teatro sabato 27 marzo, ma è ancora da confermare la data della diretta.
“Dai teatri del sud – ha chiosato il maestro – si deve e si può ripartire, creare nuove orchestre, perché la musica fa miracoli ed è un dono da fare a tutti”. (ANSA)