Commenti di Fra Marcello Buscemi e Tiziana Frigione
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
Riflessione Biblica
“Donna, perché piangi?”. Altre donne sono fuggite: “Abbandonato in fretta il sepolcro con timo-re e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli” (Mt 28,8). Maria di Magdala non si scosta da quel “sepolcro vuoto”: vivo o morto, desidera essere con Gesù, il Signore della sua vita. Piange, ma ha nel cuore presentimenti: il dolore le affina la mente il cuore, e gli Angeli rafforzano la sua fede e la preparano a ricevere la gioia profonda della presenza del Signore Risorto. Il pianto si trasforma in esultanza: Gesù rifiorisce nel suo cuore.
“Maria”: riconosce subito la voce del suo Pastore: “Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano” (Gv 10,27-28).
“Rabbunì”: il rapporto personale, intimo e coinvolgente con il Signore è ripristinato. La sua voce risuona nel nostro cuore: la fede si rafforza, la speranza si proietta nel futuro di un incontro senza fine, l’amore si trasforma in testimonianza: “Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: Ho visto il Signore!”. E la fede diviene certezza: “Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita” (1Cor 15,20-22)
Lettura esistenziale
Le lacrime di una donna innamorata, che sente il vuoto per la perdita dell’amato, che rimane ancora in attesa, non cede, cerca e si aggrappa al corpo, ormai senza vita, e lascia che sia il dolore il legame con Lui, sono il primo interesse di Gesù risorto: “Donna perché piangi?”. E’ proprio nell’amore ancorato alla terra, che cerca un corpo ormai morto e sperimenta l’assenza, che Gesù fa scoprire l’Amore che non muore, che sale al cielo dal Padre. Maria rimane e fa esperienza dell’incontro tra l’umanità e l’amore che non muore, della gioia che niente potrà più togliere, in un giardino che segna l’inizio di una creazione nuova.
Non basta ascoltare, sapere che non possiamo trovare il vivente tra i morti, è necessario smettere di guardare il sepolcro, girarci, per incontrarlo, lasciarci trovare, perché lui è sempre stato lì, siamo noi a non vederlo, perché guardiamo sempre il sepolcro, siamo distratti da altre cose . Ci vuole del tempo per riconoscerlo, l’amore non si impone, attende di essere riconosciuto, dalle piccole cose, da un gesto semplice, come chiamarci per nome, nella lingua del cuore , la lingua madre, l’aramaico, che ci dà identità: Mariam …Rabbuni’. C’è tutta l’intimità dell’amore in questo dialogo. Adesso vogliamo levarlo da soli, qualunque impresa pur di togliere dalla morte chi amiamo, portarlo sempre con noi, per vivere di questo amore. Levando Gesù, leviamo la pietra del sepolcro del nostro cuore:“Dimmi dove lo ponesti, io lo leverò”. E’ la forza dell’amore che nella Maddalena, in noi, ci fa incontrare il Signore Risorto, così fiorisce in noi la vita, risorgiamo dal lutto, non abbiamo motivo di piangere perché lui è sempre con noi, per noi. Mentre vogliamo fermarci, abbracciarlo, rimanere con lui, scopriamo che per incontrarlo, tutta la nostra vita è un andare: “va dai miei fratelli”.
Portiamo nel cuore ed ai fratelli questo annuncio ed il vuoto della mancanza sarà colmato dalla gioia dell’amore senza fine, le lacrime renderanno i nostri occhi pronti a riconoscerlo e vederlo nella Sua infinita bellezza