• 23 Novembre 2024 2:12

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Mercoledì della XI settimana del Tempo Ordinario

Letture: 2Re 2,1.6-14; Sal 30; Mt 6,1-6.16-18

Riflessione biblica

“State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro” (Mt 6,1-6.16-18). Ancora sulla “giustizia superiore” (Mt 5,20), vissuta con purezza di cuore e con rettitudine di intenzioni. L’autenticità è appello concreto ad evitare ogni vanità, a vivere con coerenza il Vangelo, a lodare Dio per la sua misericordia: “Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5,16). Autentici, perché “chi ricerca la giustizia e l’amore troverà vita e gloria” (Prov 21,21). Non la propria giustizia o quella di questo mondo, ma quella di Dio: “Se tu cercherai Dio e implorerai l’Onnipotente, se puro e integro tu sarai, allora egli veglierà su di te e renderà prospera la dimora della tua giustizia” (Giob 21,21).elemosina-300x200 La vera ricompensa “Quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te”: bisogna essere autentici nell’aiuto al prossimo, semplici nel gesto, comprensivi dei bisogni dei fratelli, rispettosi della loro dignità: “Imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova” (Is 1,17). Ricordiamoci: “L’elemosina è un dono prezioso davanti all’Altissimo” (Tob 4,11), “salva dalla morte e purifica da ogni peccato. Coloro che fanno l’elemosina godranno lunga vita” (Tob 12,9). “Quando pregate, non siate simili agli ipocriti”: la preghiera non è ostentazione o spettacolo, ma intimità con Dio e comunione con i fratelli che si rivolgono al Padre “in Cristo, con Cristo e per Cristo”; è necessità dell’anima: chi prega non ha bisogno di mostrarsi agli altri, ma di essere in comunione con Dio e cerca “la piena conoscenza della volontà di Dio, con ogni sapienza e intelligenza spirituale” (Col ,19). “Quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti”: il digiuno è ricerca dell’unico necessario che ci mette a contatto con Dio, ci libera dai condizionamenti del mondo e dalle false sicurezze di cui ci circondiamo, ci apre ai bisogni dei fratelli nell’amore e fa misericordia: “Non è questo il digiuno che voglio: dividere il pane con l’affamato, introdurre in casa i miseri, senza tetto, vestire uno che vedi nudo?” (Is 58,6-7).

Lettura esistenziale

gesu-2 La vera ricompensa “State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli” (Mt 6, 1). Quale fine dobbiamo prefiggerci nel praticare le opere buone? La gloria di Dio e il bene del prossimo. Il rischio che corriamo è quello di ricercare noi stessi anche nelle opere buone che facciamo, desiderando acquistare gloria, attraverso di esse. Ci è lecito desiderare la gloria, ma quella che viene da Dio e che è la sola sicura ed eterna.

La gloria che viene dagli uomini, invece, è mutevole, come lo è il cuore dell’uomo, che oggi giudica le cose in un modo e domani magari all’opposto. Basti ricordare come si comportò la folla che seguiva Gesù: un giorno voleva proclamarlo Re e, da lì a poco, sobillata dai Sommi Sacerdoti, ne chiese la condanna a morte. È vero, tutti abbiamo bisogno di conferme da parte del prossimo, mediante attestazioni di stima e di affetto, ma non sarebbe giusto se facessimo delle scelte unicamente in funzione di questo, cioè per piacere agli altri.

Non sempre, infatti, il giudizio degli uomini corrisponde al giudizio di Dio. Ciò che ci deve stare a cuore è che il nostro operato sia gradito a Dio. Questo comporta che ne conosciamo la volontà, attraverso la frequentazione assidua della Sacra Scrittura e l’ascolto della nostra coscienza ben formata, e che la mettiamo in pratica, facendo nostri i sentimenti di Cristo.