Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Venerdì della XIV settimana del Tempo Ordinario
Letture: Os 14,2-10; Sal 50; Mt 10,16-23
Riflessione biblica
“Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato” (Mt 10,16-23). Parole forti: li ascoltiamo con un certo timore. Ma sono i rischi della missione. E la missione, che Gesù ci affida, non è per nulla facile, anzi decisamente pericolosa: “Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe”. Gesù ci ha messo in guardia: “Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci!” (Mt 7,15). Molti di essi sono usciti dalle nostre comunità: Sono usciti da noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; sono usciti perché fosse manifesto che non tutti sono dei nostri (1Gv 2,19). Essi hanno ricevuto come noi Gesù, “luce venuta nel mondo, ma essi hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie” (Gv 3,19). Non dobbiamo aver paura, anzi la missione richiede qualcosa di più che il difendersi, richiede coraggio e intraprendenza: bisogna osare nel propagare il Vangelo. Con prudenza: tenendo conto delle situazioni e valutando le opportunità per entrare in relazione con le persone e condividere con loro ciò che è vero, ciò che è nobile, ciò che è giusto, ciò che è puro, ciò che è amabile, ciò che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode” (Fil 4,8). Con calma interiore e sotto l’azione dello Spirito di Dio: “Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito intercede con insistenza per noi”, (Rom 8,26) e anche di notte istruisce il nostro cuore (Sal 16,7). Con semplicità, cioè con coerenza e senza ipocrisia: “comportatevi saggiamente con quelli di fuori, cogliendo ogni occasione. Il vostro parlare sia sempre gentile, sensato, in modo da saper rispondere a ciascuno come si deve” (Col 4,5-6). Fiduciosi nella potenza salvifica di Cristo: “Chi potrà farvi del male, se sarete ferventi nel bene? Se poi doveste soffrire per la giustizia, beati voi! Non sgomentatevi per paura di loro e non turbatevi, ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché, nel momento stesso in cui si parla male di voi, rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo. Se questa infatti è la volontà di Dio, è meglio soffrire operando il bene che facendo il male” (1Pt 3,13-17).
Lettura esistenziale
“Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe” (Mt 10, 16). Da sempre i cristiani sono stati oggetto di persecuzione perché l’ideale evangelico è controcorrente rispetto alla mentalità del mondo. Non basta però che il cristiano sia segno di contraddizione nel mondo, ma bisogna che impegni tutto se stesso, coinvolgendo intelligenza, fantasia, creatività, per risvegliare nel prossimo il desiderio di cambiare e di essere migliore. Gesù ci esorta alla prudenza e alla semplicità. Non si tratta infatti di essere degli ingenui, ma di essere persone capaci di discernimento, persone che sanno fiutare il male e che prudentemente se ne stanno alla larga per non caderci, consapevoli della propria fragilità. La prudenza è la capacità e l’umiltà di valutare le situazioni concrete. Ma si tratta sempre comunque della prudenza del Cristo, non della prudenza del mondo che è finalizzata a salvaguardare i propri interessi.
Dice la Scrittura: l’uomo “prudente controlla i suoi passi” (Pr 14,15). La prudenza non va confusa con la timidezza o la paura, né con la doppiezza o la dissimulazione. Essa guida il giudizio della nostra coscienza. L’uomo prudente decide e ordina la propria condotta seguendo questo giudizio. Grazie alla virtù della prudenza applichiamo i principi morali ai casi particolari senza sbagliare e superiamo i dubbi sul bene da compiere e sul male da evitare.
La semplicità è lealtà, trasparenza, fiducia nella verità e quindi rifiuto di ogni sotterfugio e di ogni mezzo di violenza. Le persone che si lasciano guidare dalla semplicità non complicano le cose, ma sanno coglierne l’essenzialità di fondo.