• 22 Novembre 2024 1:00

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

La notte della preghiera e il giorno della chiamata

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Martedì della XXIII settimana del Tempo Ordinario

Letture: 1Cor 6,1-11; Sal 149; Lc 6,12-19

Riflessione biblica

“Chiamò a sè i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli” (Lc 6,12-19). Tre azioni in sequenza, che stabiliscono la relazione progressiva di fiducia di Gesù con i suoi discepoli. Ciò avviene anche nella nostra relazione spirituale con Gesù. “Chiamò a sè i suoi discepoli”: discepolo è chi vive con Gesù, fa esperienza di vita con lui, si lascia penetrare dal suo insegnamento e lo mette in pratica per la vita. Essi sono chiamati ad essere “apostoli”: cioè, animatori dei seguaci di Gesù e guide spirituali di coloro che vogliono essere in comunione con lui. Compito delicato, tanto che Gesù passò una notte intera in preghiera per scegliere i suoi “apostoli”: una vera “veglia vocazionale” per decidere coloro che dovevano condividere con lui la missione di annunciare il Vangelo, di rafforzare gli altri discepoli nella fede e di testimoniare il suo mistero di morte e risurrezione: “Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risorto il terzo giorno secondo le Scritture apparve a Cefa e quindi ai Dodici” (1Cor 15,3-5). “Ne scelse dodici”: essi “lasciarono tutto e lo seguirono”, dimostrando così di essere ben disposti ad accogliere il suo messaggio di misericordia e di salvezza e a seguirlo condividendo con Gesù la sua avventura di amore: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua” (Lc 9,23). “Diede loro anche il nome di apostoli”: infatti siamo “inviati” ad annunciare con la parola e l’esempio che il Regno di Dio è vicino e che l’amore di Dio ci riempie di verità, di giustizia e di amore misericordioso. Essere chiamati, scelti, inviati è atto di amore di Dio, che in Gesù ci ha usato misericordia e ci ha voluti suoi collaboratori per la salvezza del mondo. Nella forza dello Spirito Santo, dobbiamo essere testimoni di Gesù fino ai confini della terra” (At 1,8).

Lettura esistenziale

“Ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore” (Lc 6, 13-16). É bello sapere che Dio ci conosce, ci chiama per nome, sa di chi siamo figli e ci invita ad ascoltarlo quando ci parla. Il nome è parte essenziale di noi stessi ed esprime la nostra profonda identità. Nel libro del profeta Isaia leggiamo: “Non temere, io ti ho chiamato per nome. Tu mi appartieni” (Is 43,1). Il profeta, da parte sua, fa questa esperienza profonda che lo segna per tutta la vita: “Il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fin dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome” (Is 49, 1). Il fatto che Dio ci chiami per nome manifesta che nessuno di noi ai Suoi occhi è uno dei tanti esseri umani che abitano sulla faccia della terra, al contrario per Dio ogni persona è unica, occupa nel Suo cuore un posto speciale, è amata con amore di predilezione ed Egli instaura con ciascuna una relazione individuale. Quando Gesù chiama per nome Lazzaro, questi da morto che era, risuscita. Quando Gesù Risorto pronuncia con tanto amore il nome di Maria Maddalena, questa si sente rigenerata e guarita dalle sue lacerazioni interiori e diventa una persona nuova. Quando Dio ti chiama per nome esprime con questo il fatto che per Lui sei importante. Tu gli appartieni. Egli si rivolge a te, ti conosce per nome, conosce il tuo cuore, sa che cosa provi nei momenti difficili della tua vita e ti sta accanto, prendendosi amorevole cura di te, non ti abbandona. Il Signore ci conceda di pronunciare il nome altrui con la stessa dolcezza e lo stesso amore con cui lo pronuncia Lui, perché il nostro prossimo possa sperimentare anche attraverso di noi l’amore di Dio.