Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Mercoledì della II settimana del Tempo Ordinario
Letture: 1Sam 17,32-33.37.40-51; Sal 143; Mc 3,1-6
Riflessione biblica
“È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?” (Mc 3,1-6). Al centro ci sta un uomo con la sua fragilità e Gesù che desidera aiutarlo a riacquistare la sua integrità umana. Al margine, gli avversari di Gesù e la loro casistica halakica, dedotta più o meno dal Pentateuco (soprattutto, Esodo, Levitico e Deuteronomio). È chiaro che il problema non era il “sabato e la casistica sul sabato”: “stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato per accusarlo” (Mc 3,2). Il problema era Gesù, la sua sensibilità umana: la compassione e tenerezza per chi soffre (Mc 1,41), la sua libertà divina: “il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato” (Mc 2,28), ma soprattutto il suo amore per l’uomo e la sua dignità: “Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato!” (Mc 2,27). Chi segue Gesù sa bene che l’amore al prossimo non ha limite di tempo: “Non ci stanchiamo mai di fare il bene, perché se non ci stanchiamo, a suo tempo mieteremo. Dunque, finché abbiamo tempo, facciamo del bene a tutti, ma specialmente ai nostri fratelli di fede” (Gal 6, 9-10), né di persone: “Il Signore stesso vi faccia crescere e abbondare nell’amore vicendevole e verso tutti, per rendere saldi e irreprensibili i vostri cuori nella santità, davanti a Dio Padre nostro, al momento della venuta del Signore Gesù Cristo con tutti i suoi santi” (1Tes 3,12), né di circostanze: “La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene, amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda” (Rm 12,9-10). Tutto dipende da un cuore rinnovato dall’amore: “Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne” (Ez 36,26). Solo l’amore guida il sentire e agire di chi segue Gesù: “Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche suo fratello” (1Gv 4,20-21) e “si rivesta di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità” (Col 3,12), per operare il bene verso tutti.
Lettura esistenziale
“È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?” (Mc 3, 4). C’è qualcosa di più grande di ogni Legge ed è l’uomo. Se si dimentica questo si rischia di diventare fondamentalisti. Solo Gesù sembra prendere sul serio la sofferenza di quest’uomo dalla mano inaridita, mentre gli altri sono tutti preoccupati solo di trovare materiale di accusa contro di Lui. La domanda di Gesù, ormai sotto processo per aver attentato alle prescrizioni sul sabato, colloca il bene per la vita al centro della questione e svela l’ipocrisia di chi si crede nel giusto perché osserva la Legge, spogliandola però dello Spirito. Ma il cuore dei farisei è inaridito come la mano di quell’uomo che Gesù guarisce ed essi non rispondono alla domanda, né si lasciano mettere in discussione da essa.
Attraverso la guarigione di quella mano inaridita e perciò incapace di stendersi per accogliere e donare, Gesù mostra cosa significhi dare al sabato pieno compimento. Anche un cuore indurito può alzarsi e risuscitare. Il peccato infligge una ferita, prima che agli altri, alla stessa persona che lo commette. Come l’uomo dalla mano inaridita, dobbiamo avere il coraggio di “metterci lì in mezzo”, cioè di non nascondere i nostri difetti, le nostre fragilità e incoerenze, i nostri peccati, ma di chiamarli per nome e consegnarli alla misericordia di Dio, perché il Signore ci risani riportandoci alla bellezza originaria, come era al principio, nel progetto del Padre.