La voce di Cristo, che chiama al restauro della Chiesa, udita da Francesco a San Damiano, secondo il racconto di Tommaso da Celano (cfr. 2 Cel 10 – FF 593), riguardava la missione che il nostro Santo doveva intraprendere nella Chiesa universale. In effetti, la storia ha dimostrato che Gesù non voleva solo la ricostruzione di alcune chiesette vicine, perché quando arrivarono i primi frati, Francesco ha compreso di avere un compito comune da realizzare, un compito che riguardava la salvezza non solo di se stessi ma anche degli altri uomini.
Nella scoperta di questo compito, non è stato aiutato da nessun direttore spirituale, ma è stato istruito direttamente da Dio stesso su come dovesse vivere. Il punto di riferimento per lui è diventato il Vangelo. Lo ha espresso lui stesso nel suo Testamento: “…dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo” (Test 14 – FF 116). Esattamente nel 1208, durante l’Eucaristia, ha sentito le parole sull’invio dei discepoli da parte di Gesù. Poteva essere un testo del Vangelo di Matteo, dove Gesù invia i dodici (cfr. Mt 10, 5-15), o del Vangelo di Luca, che descrive l’invio dei settantadue (cfr. Lc 10, 1-16).
Riferendosi alla citazione di Matteo, San Bonaventura così ha descritto questo evento: San Francesco “mentre un giorno ascoltava devotamente la Messa degli Apostoli, sentì recitare il brano del Vangelo in cui Cristo, inviando i discepoli a predicare, consegna loro la forma di vita evangelica, dicendo: «Non tenete né oro né argento né denaro nelle vostre cinture, non abbiate bisaccie da viaggio, né due tuniche, né calzari, né bastone». Questo udì, comprese e affidò alla memoria l’amico della povertà apostolica e, subito, ricolmo di indicibile letizia, esclamò: «Questo è ciò che desidero questo è ciò che bramo con tutto il cuore!». Si toglie i calzari dai piedi; lascia il bastone; maledice bisaccia e denaro e, contento di una sola tonachetta, butta via la cintura e la sostituisce con una corda e mette ogni sua preoccupazione nello scoprire come realizzare a pieno le parole sentite e adattarsi in tutto alla regola della santità, dettata agli apostoli” (Leg mag III 1 – FF 1051).
San Francesco, ispirato da queste parole, nel suo zelo apostolico non era guidato da nient’altro che dall’amore, e sotto la sua ispirazione voleva discernere come servire il Signore e, allo stesso tempo, rispondere con la propria vita a “Quell’Amore non amato”. Al di sopra del dilemma nato nel suo cuore – dedicarsi alla contemplazione o all’azione – ha scelto di seguire Gesù. Perciò, ha scelto la volontà di Dio, desiderando allo stesso tempo di immergersi profondamente nella missione di Cristo, e questa volontà gli è stata in parte rivelata da Silvestro e Chiara: “E furono meravigliosamente d’accordo nella risposta – poiché l’aveva rivelata lo Spirito Santo – il venerabile sacerdote e la vergine consacrata a Dio: il volere divino era che Francesco si facesse araldo di Cristo ed uscisse a predicare” (Leg Mag XII 2 – FF 1205). Dell’inizio della predicazione ne parleremo nel testo successivo…
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La missione di Francesco e dei primi frati: la pastorale nel XIII secolo