Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Martedì della II settimana del Tempo Ordinario
Letture; 1Sam 16,1-13; Sal 88; Mc 2,23-28
Riflessione biblica
“Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato!” (Mc 2,23-28). Bella massima di Gesù. Anzi, comoda: con essa si può giustificare sia il fariseismo che il libertinismo. Il fariseismo: la legge infatti comanda il riposo, perché persino Dio “il settimo giorno riposò”: “In sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno del sabato e lo ha consacrato” (Es 20,11). E l’uomo deve imitare Dio e consacrare il sabato a Dio: “Il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu né tuo figlio né tua figlia, né il tuo schiavo né la tua schiava …” (Es 20,10), e al riposo: “Per sei giorni farai i tuoi lavori, ma nel settimo giorno farai riposo, perché possano godere quiete il tuo bue e il tuo asino e possano respirare i figli della tua schiava e il forestiero” (Es 23.12). Il guaio del fariseismo consiste nel tradire lo spirito della Legge: essa è stata data per guidare l’uomo nella via dell’amore a se stessi, al prossimo e a Dio. Il riposo è per l’uomo, per essere libero da una mentalità da schiavo del proprio lavoro, degli interessi e da tutto ciò che non lo realizza come essere umano. Il riposo è per l’uomo: per stabilire relazioni umane con i fratelli e sorelle di fede e con il Signore: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,20) e così celebrare insieme il misteri del suo amore per noi: la sua morte e risurrezione, con cui egli ci ha donato la vita eterna. Tale senso di libertà, purtroppo, potrebbe scadere nel libertinismo di chi crede di essere legge a se stesso e viola la legge in base al proprio intendimento e al proprio egoismo. Tutto dipende dall’amore: “Siete stati chiamati a libertà. Purché questa libertà non divenga un pretesto per vivere secondo la carne, ma mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri” (Gal 5,13). Pertanto, bisogna essere costanti nel fare il bene e nel celebrare la festa domenicale: “Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone. E non disertiamo le nostre riunioni, come alcuni hanno l’abitudine di fare, ma esortiamoci a vicenda, tanto più che vedete avvicinarsi il giorno del Signore”
Lettura esistenziale
“Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato” (Mc 2, 27-28). Nella Sacra Scrittura, il racconto della creazione è strutturato nel quadro di una settimana che va verso il sabato, trovando in esso il suo compimento. Per Israele, il sabato era il giorno in cui tutti: uomo e animale, padrone e schiavo, grandi e piccoli potevano partecipare al riposo di Dio. Così il sabato era espressione dell’alleanza tra Dio e l’uomo. Il sabato è il settimo giorno della settimana. Dopo sei giorni, in cui l’uomo partecipa, in un certo senso, al lavoro della creazione di Dio, il sabato è il giorno del riposo.
Tuttavia, una visione troppo rigida della Legge alla fine ci fa perdere di vista una verità essenziale: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato; perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato». Questa giusta prospettiva dovrebbe aiutarci non a trasgredire la Legge, le regole, le cose che riteniamo giuste, ma a viverle nella giusta prospettiva, perché la loro osservanza non diventi un vuoto e sterile moralismo, che spesso ci porta solo a ritenerci giusti e a puntare il dito contro chi non è osservante.
Amare di sabato non è mai ingiusto. Essere compassionevole di sabato sempre si può. Manifestare tenerezza e carità a chi è nella sofferenza è consentito. Dio si riposa dal lavoro, ma mai dall’amare l’uomo. Così deve essere anche per l’uomo, mai dobbiamo prenderci riposo dall’amare. Del resto come dice la Scrittura: “Tutta la Legge – quindi anche quella legata al sabato – trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso” (Gal 5, 14).