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La forza più grande che abbiamo: la Preghiera

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Sabato della XXXII settimana del Tempo Ordinario

Letture: 3Gv 1,5-8; Sal 111; Lc 18,1-8

Riflessione biblica

“Gesù disse ai discepoli: è necessario pregare sempre, senza stancarsi mai” (Lc 18,1-8). Non c’è dubbio: per Gesù, pregare è necessario, è il respiro dell’anima, specialmente nel tempo dell’attesa del Signore: “Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” (Lc 18,8). Purtroppo, spesso la nostra preghiera è una vera “alienazione” da noi stessi e dalla realtà che viviamo, una “schizzofrenia” tra il nostro dire e il nostro fare. “Pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi” (1Tes 5,17-18). La preghiera investe la vita e alimenta il nostro cammino di santità: è “eucaristia”, scandita nella vita e attraverso la vita, dialogo tra Dio che si rivela all’uomo e dell’uomo che ascolta e accetta la parola di Dio, rendendogli lode con il lasciarsi coinvolgere dalla sua avventura di amore e di dedizione. È “sacrificio vivente, santo e gradito a Dio, il nostro culto spirituale”, che ci trasforma e ci permette di “discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (Rom 12,1-2). È attenzione a ciò che Dio fa e dice, ricerca del senso profondo e inesauribile dei suoi misteriosi interventi, celebrazione personale e comunitaria della sua opera di salvezza operata in noi e in tutti gli uomini, in una parola la preghiera è lode a Dio per le meraviglie del suo amore per noi. È preghiera nello Spirito, perché non scada in magia, che esige risposta automatica e istantanea, ma piena adesione alla sua volontà. Lo Spirito, infatti, “viene in aiuto alla nostra debolezza; perché non sappiamo come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio” (Rom 8,26-27). E lo Spirito ci insegna che la preghiera non è convincere Dio delle nostre necessità, ma un lasciarci convertire al suo progetto di amore.

Lettura esistenziale

“Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai” (Lc 18, 1). In questo brano evangelico, Gesù afferma chiaramente che la preghiera è una necessità costante che deve essere difesa dall’incostanza e dallo scoraggiamento. Bisogna pregare con la certezza che il Signore ci esaudisce sempre, non perché fa come gli diciamo noi, ma perché realizza sempre in una maniera più vera di quella che noi possiamo immaginare e sperare, ciò che gli abbiamo chiesto. La forza che in silenzio e senza clamori, cambia il mondo e lo trasforma nel Regno di Dio è la fede ed espressione della fede è la preghiera. Quando la fede si colma d’amore per Dio, riconosciuto come Padre buono e giusto, la preghiera si fa perseverante, insistente, diventa un gemito dello spirito, un grido dell’anima che penetra il cuore di Dio. In tal modo la preghiera diviene la più grande forza di trasformazione del mondo. Di fronte a realtà sociali difficili e complesse, occorre rafforzare la speranza, che si fonda sulla fede e si esprime in una preghiera instancabile. È la preghiera a tenere accesa la fiaccola della fede. Alla fine di questo brano evangelico, Gesù pone questa domanda: “Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terrà?” (Lc 18, 8). È una domanda che ci fa pensare. Quale sarà la nostra risposta a questo inquietante interrogativo?

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