• 8 Settembre 2024 2:45

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

La Diocesi di Ragusa presente al Corso di Alta Formazione “Familiae cura”

Una delegazione della diocesi di Ragusa è presente alla nuova edizione del Corso di Alta Formazione “Familiae cura” per Operatori di Pastorale Familiare che si sta svolgendo in questi giorni in Valle d’Aosta.
Dall’11 al 20 luglio, più di 100 partecipanti, tra famiglie e sacerdoti che si occupano di pastorale familiare, stanno vivendo un’esperienza ricca di spunti teologici e laboratori pastorali.
Il percorso è promosso e organizzato dall’ Ufficio Nazionale della Cei, l’Università Cattolica del Sacro Cuore e la Confederazione Italiana consultori familiari di ispirazione cristiana.
Commentano soddisfatti i coniugi Nicandro e Delizia, direttori dell’ufficio diocesano per la pastorale della famiglia: “Abbiamo vissuto anche noi le settimane estive a La Thuile, traendone tanti buoni frutti; un dono che nella logica dell’Amore andava restituito. In quest’ottica abbiamo coinvolto Pietro ed Elisa Cunsolo che, insieme ai suoi due figli adolescenti, hanno scelto di vivere le loro ferie di famiglia in un modo insolito ma speciale. Crediamo molto nella formazione e stiamo investendo per una crescita dell’equipe, in una visione lungimirante che guarda al futuro. Ringraziamo anche Paola e Sara, animatrici del progetto Animatema di famiglia che stanno dando il loro prezioso contributo curandosi dei figli dei partecipanti”.
Il percorso di alta formazione non offre solo competenze di livello accademico ma strumenti concreti per l’accompagnamento e la cura di coppie e famiglie fragili, attuando realmente quanto suggerito da Amoris laetitia. Ecco l’emozione dei coniugi Pietro ed Elisa Cunsolo nelle loro parole: “Questa è una esperienza straordinaria di crescita! Abbiamo incontrato persone splendide ed inimmaginabile è l’atmosfera di racconto e di confronto creata tra ogni coppia e tra gli stessi figli. Ringraziamo l’ufficio di pastorale familiare e il Vescovo per averci dato questa opportunità. Il nostro desiderio è di porre le basi per un utilizzo diocesano di quel che stiamo imparando e di metterci presto al servizio della nostra chiesa locale.”