• 22 Novembre 2024 1:13

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

La Chiesa di Catania non resterà a guardare, benché non prenderà alcuna posizione e né tiferà per nessuna formazione in campo. Del resto, il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, al Meeting di Comunione e Liberazione lo ha detto chiaramente: “C’è libertà di coscienza, non libertà di disinteresse”.

Prima che Mons. Zuppi parlasse a Rimini, l’Ufficio di Pastorale sociale e del lavoro dell’Arcidiocesi di Catania, coordinando il lavoro “di un gruppo di fedeli laici”, aveva già elaborato un documento in vista della doppia scadenza del 25 settembre, quando si voterà per le Politiche e le Regionali. Il titolo è profetico e allo stesso tempo perentorio: “Non possiamo tacere”. Il messaggio è che non sarà consentita “nessuna delega in bianco” agli eletti.

Un testo figlio di un complesso lavoro di discernimento, seppur nella ristrettezza dei tempi, ultimato il 19 agosto e che verrà reso noto pubblicamente nei prossimi giorni. A firmarlo è don Piero Sapienza (direttore dell’Ufficio), l’impronta è quella del magistero di Mons. Luigi Renna. Mentre la fonte d’ispirazione è la Dottrina sociale della Chiesa, ovviamente.

La Sicilia – si legge – sta “pagando più di altre le criticità del momento storico (guerra in Ucraina, inflazione, pandemia, ambiente, rifiuti ndr). Nell’Isola diventa più che mai necessario che le forze vive della società e i circuiti di solidarietà già operanti diventino sempre più protagonisti. E questo sia per rispondere ai tanti e gravi problemi sociali ed economici presenti nel territorio, ma anche per rifondare la politica”. 

L’invito alla politica tutta è di farsi carico in primo luogo delle povertà e delle lacerazioni del tessuto sociale. I numeri forniti dall’Istat sono infatti preoccupanti: 5,6 milioni di persone, 1,9 di famiglie vivono in condizioni di povertà assoluta (il 42,2% di esse risiede al Sud). Ma c’è un’altra piaga che riguarda Catania e sulla quale Renna ha deciso di battere con forza, a partire dai festeggiamenti agatini d’agosto: la povertà educativa. In questa pessima classifica, la Città Metropolitana si colloca prima tra le altre 13 Città metropolitane del Paese, con il 25,2% di abbandoni. “Chi ha responsabilità nel campo della politica e dell’istruzione – si legge – non può più far finta di non sapere e di non vedere. All’Isola serve un’azione di contrasto vigorosa alla povertà educativa con un’azione sinergica di istituzioni scolastiche, assistenti sociali, famiglie, volontariato, Enti locali e Tribunale per i minorenni”.

(Fonte SiciliaLive – Fernando Massimo Adonia)