Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Giovedì della XIII settimana del Tempo Ordinario
Letture: Am 7,10-17; Sal 18; Mt 9,1-8
Riflessione biblica
“Perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse al paralitico -, prendi il tuo letto e va’ a casa tua” (Mt 9,1-8). Questi uomini di fede chiedono la guarigione della paralisi del corpo, ed ottengono la guarigione dello spirito e del corpo. Gesù, vista la loro fede, insegna ad essi che il male peggiore nell’uomo è il peccato. Per questo, ci ha insegnato a pregare: “Ma liberaci da ogni male” (Mt 6,13). Liberato da esso, l’uomo ha la vera guarigione: essere in intimità col Dio misericordioso, che libera l’uomo da ogni male: “Il Signore è clemente e misericordioso, perdona i peccati e salva al momento della tribolazione” (Sir 2,11). È una grande lezione di spiritualità per la nostra fede: la salute dell’anima è alla base di tutta la nostra vita fisica e spirituale. La vita fisica: nel cammino spirituale, quando ci sentiamo male, anche il nostro spirito si appesantisce e diviene difficile progredire nel bene. La vita spirituale: quando non ci sentiamo a posto nel nostro intimo, diveniamo intrattabili e il nostro fisico risponde con pesantezza e a malavoglia. La fede è affidarsi totalmente a Gesù: “Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui” (At 10,38). Credere in Gesù è essenziale, per comprendere il suo operare salvifico: “Le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato”. E sono “le opere di Dio” che testimoniano della sua missione messianica di liberarci da ogni male (Lc 4,18), che opprime l’uomo, sia nella dimensione fisica che in quella spirituale. Ricorriamo a Gesù, il medico divino: chiediamo a lui di guarirci nel corpo e nello spirito, in modo da essere liberi dalla “paralisi dell’anima”, che ci impedisce di camminare spediti nella via della santità, e dai condizionamenti fisici per servirlo con generosità e amore.
lettura esistenziale
“Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati” (Mt 9, 2). Questa espressione, pronunciata da Gesù, sarà scesa come balsamo nel cuore del povero paralitico, liberandolo da tutte le paralisi interiori che poteva avere, triste conseguenza del peccato. Sì, perché il peccato ci viene presentato dal Tentatore come un bene desiderabile, ma una volta consumato i frutti che ne seguono sono invece: la tristezza, la paura, la pigrizia nel compiere il bene, la fatica di rialzarsi.
Gesù compie un duplice miracolo nei confronti del paralitico: la guarigione spirituale e quella fisica. La prima è più necessaria e urgente della seconda.
Anche oggi, esiste un luogo in cui possiamo deporre le nostre stampelle, le nostre infermità, tutto ciò che ci appesantisce e ci paralizza, è il Sacramento della Riconciliazione nel quale riceviamo la grazia del Perdono e la forza per iniziare una vita nuova.