Con l’intervento dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, si concludono oggi i tre giorni di lavori dell’incontro internazionale intitolato “Iniziative per l’istruzione di rifugiati e migranti” alla Pontificia Università Gregoriana. Il 29 settembre, a conclusione, l’udienza dei partecipanti dal Papa.
Dei significati del termine istruzione abbiamo parlato con il Direttore Internazionale del Servizio dei Gesuiti per i rifugiati, padre Thomas Smolich: L’istruzione è fondamentale per costruire il proprio futuro di autonomia, ma anche per imparare a riconoscersi parte di un’unica famiglia umana. Così il direttore del Servizio dei Gesuiti per i rifugiati (Refugee Jesuit Service), padre Smolich, chiarisce l’importanza di non lasciare che migranti e rifugiati rimangano fuori da percorsi formativi, ma sottolinea anche come tutti abbiamo da imparare dalle situazioni di coloro che devono abbandonare le proprie case.
Padre Thomas mette in luce come in Europa ci sia stata grande disponibilità da parte di tutti nei confronti dei profughi ucraini, sottolineando che la vicinanza e il relativo coinvolgimento hanno favorito la comprensione. “Conoscere le situazioni e incontrare le persone – spiega – spinge a porgere la mano”. Dunque, padre Thomas auspica che questa drammatica situazione della guerra in Ucraina possa aiutare tutti a ricordare che altre guerre e conflitti lacerano il vissuto di altre persone, costrette alla fuga. In definitiva, aggiunge, si tratta di comprendere che tutti facciamo parte della stessa famiglia umana.
Gli yazidi da non dimenticare
Padre Thomas ricorda come il Servizio dei Gesuiti per i rifugiati sia presente in diverse zone del mondo, tra cui Ucraina, Iraq e Afghanistan. Guardando oltre la drammatica emergenza nell’Europa dell’est, padre Thomas ricorda la situazione della minoranza yazida, vittima di atroci persecuzioni da parte del sedicente Stato islamico. Testimonia di come ci sia ancora molto bisogno di assistenza per tante persone dopo eccidi e violenze, ribadendo ancora una volta l’importanza di assicurare l’integrazione a scuola o comunque l’insegnamento.
Tra Repubblica Democratica del Congo e Zambia
L’Agenzia Onu per i Rifugiati (Unhcr) ha reso noto che a partire dal dicembre 2021, con la collaborazione dei governi dello Zambia e della Repubblica Democratica del Congo, circa 6.000 rifugiati congolesi sono stati aiutati a ritornare a casa. I rifugiati erano fuggiti dagli scontri politici e interetnici nella regione sudorientale della RDC nel 2017 e avevano trovato accoglienza nello Zambia. E per i bambini nati nello Zambia, che rappresentano circa il 60 per cento dei rifugiati, è stato spiegato, il ministero dell’Istruzione ha emesso il nullaosta al trasferimento degli scolari, permettendo loro di proseguire i loro studi nel Congo.
La riconferma di Grandi all’UNHCR
L’Assemblea Generale dell’Onu, su raccomandazione del Segretario generale Antònio Guterres, ha confermato Filippo Grandi per un secondo mandato come Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Grandi rimarrà alla guida dell’Unhcr per altri due anni e mezzo, dal 1 luglio 2023 sino al 31 dicembre 2025. Guterres voleva chiedere all’Assemblea Generale di eleggere Grandi per un secondo mandato di cinque anni, ma l’Alto Commissario ha preferito dare il suo consenso, per motivi personali, al termine più breve. Prima di essere a capo dell’Unhcr, Grandi è stato impegnato nella cooperazione internazionale per oltre 30 anni, concentrandosi sui rifugiati e sul lavoro umanitario. Ha servito come Commissario generale dell’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, Unrwa, dal 2010 al 2014, e prima è stato vice commissario generale dell’organizzazione dal 2005. Prima ancora, ha servito come vice rappresentante speciale del Segretario generale in Afghanistan.