• 22 Novembre 2024 13:41

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Ipocrisia: male gravissimo, impedisce la comunione con Dio

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Sant’Agostino

Letture: 1Ts 1,2-5.8-10; Sal 149; Mt 23,13-22

Riflessione biblica

“Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli agli uomini; non vi entrate, e non lasciate entrarci” (Mt 23,13-22). Duro il Vangelo di oggi, ma estremamente importante per la vita spirituale. Riceviamolo con decisione di vera “conversione del cuore”. I tre “guai” hanno di mira l’ipocrisia, male gravissimo che privilegia il formalismo, ma non la devozione a Dio come comunione di amore con lui: “Chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio” (Gv 3,21). Osserva la lettera dei comandamenti, non lo spirito dei comandamenti: “La lettera uccide, lo Spirito vivifica” (2Cor 3,6). Ama le apparenze, ma non la verità che purifica e rende migliore, l’umiltà che abbassa ma rende sinceri, la preghiera come intimità con Dio, la giustizia che rende bello il mondo, l’amore come impegno personale di misericordia verso i fratelli: “Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5.16). Giura, ma non mantiene i giuramenti: “Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti” (Mt 5,33). Chi ha “spirito farisaico” osserva molti dettagli della legge e del culto, ma si dimentica del “comandamento dell’amore”, per perdonare e fare misericordia; si preoccupa di lunghe preghiere e sfarzose cerimonie, e dimentica di fare la volontà di Dio; fa l’elemosina con aria di superiorità, e dimentica che quel gesto lo pone in comunione con Gesù: “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40). Parla, mentre sta scritto: “Sia il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno”. L’ipocrisia è mancanza di verità verso se stessi e di amore verso Dio e verso i fratelli. Bisogna avere un cuore docile ed agire sempre per rendere grazie a Dio, che ci rende suoi collaboratori nell’operare il bene.

Lettura esistenziale

“Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci” (Mt 23, 13). Le parole di Gesù riportate nel Vangelo odierno sono molto forti. Esse ci fanno svegliare dai nostri torpori e dall’esercizio sbagliato della fede. Con grande franchezza Cristo denuncia le piccole grandi manie di alcuni uomini di fede, la loro ansia di fare proseliti, il loro ingiustificato senso di superiorità, la loro saccenteria e l’insostenibile moralismo. Anche a noi può succedere di irrigidirci e di perderci nelle casistiche delle cose da fare o non fare, dimenticando completamente l’orizzonte di riferimento o di cadere nel rischio di essere super critici nei confronti degli altri, spesso per mascherare la nostra mancanza di volontà nel convertirci. Chi è veramente impegnato nel convertire quotidianamente il proprio cuore al Vangelo, ben conosce la fatica e la lotta che ci stanno dietro e non perde certamente tempo nel criticare l’operato altrui.