Inviato speciale

Commento di Fra marcello Buscemi e suor Cristiana Scandura

Giovedì della III settimana di Avvento

Letture: Is 54,1-10; Sal 29; Lc 7,24-30

Riflessione biblica

“Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: Che cosa siete andati a vedere nel deserto?” (Lc 7,24-30). L’elogio di Giovanni Battista, fatto da Gesù, ci invita a riflettere sul modo di vivere l’Avvento come un momento di grazia e di impegno nell’incontro con “Gesù che viene” tra noi e per noi. gesu-6-300x225 Inviato specialeGiovanni è testimone di Gesù: egli è “il profeta”, messaggero di Dio, per preparare la venuta di Gesù; è “la voce” che grida nel deserto e ci invita con la sua vita austera a rinnovare il nostro cammino di fede; è un “asceta”, che ci insegna a rinunciare con fermezza le vanità di questo mondo e vivere con coerenza la nostra vita di fede; un “innamorato”, che perde la testa per testimoniare la verità e la giustizia: “questa è la mia gioia: che lui cresca e io diminuisca” (Gv 3,29-30). Ma cosa ci insegna Giovanni, dato che la liturgia insiste a presentarcelo come un modello da seguire nell’attesa della venuta di Gesù? Tre cose importanti in vista dell’accoglienza del Regno di Dio. Farci piccoli: “Gesù disse: Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come l’accoglie un bambino, non entrerà in esso” (Lc 18,16-17). E ciò è volontà di Dio: “Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza” (Lc 10,21). La parola scenda su di noi, alimenti e guidi la nostra vita: “Vicino a te è la Parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore, cioè la parola della fede che noi predichiamo. Perché se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza”. E, infine, la Parola ci renda “terreno buono” per produrre frutto abbondante: “Il seme caduto sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza” (Lc 8,15), ma soprattutto produrre “il frutto dello Spirito”: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Gal 5,22).

Lettura esistenziale

“Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via” (Mt 7, 27). L’Avvento è tempo di attesa, di speranza e di preparazione alla visita del Signore. A questo impegno ci invitano anche la figura e la predicazione di Giovanni Battista. Giovanni si è ritirato nel deserto per vivere una vita molto austera e per invitare, anche con la sua vita, la gente alla conversione.

Chi è dunque quest’uomo, chi è Giovanni Battista? La sua risposta è di una umiltà sorprendente. Non è il Messia, non è la luce. Non è Elia tornato sulla terra, né il grande profeta atteso. È il precursore, semplice testimone, totalmente subordinato a Colui che annuncia, una voce nel deserto.Anche oggi, nel deserto di questo mondo, di grande assenza di Dio, abbiamo bisogno di voci che semplicemente ci annunciano: “Dio c’è, Dio esisto: io l’ho incontrato”. Giovanni è una voce nel deserto ed è un testimone della luce; e questo ci tocca nel cuore, perché in questo mondo con tante tenebre, tante oscurità, tutti siamo chiamati ad essere testimoni della luce, ma possiamo esserlo solo se abbiamo la luce dentro di noi.

Nella Chiesa, nella Parola di Dio, nella celebrazione dei Sacramenti, nel Sacramento della Confessione, con il perdono che riceviamo, nella celebrazione della Santa Eucaristia dove il Signore ci comunica Se stesso, facciamo esperienza della luce e riceviamo questa missione: essere oggi testimoni della luce.

 

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