Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Lunedi della VI settimana di Pasqua
Lettura At 16,11-15; Sal 149; Gv 15,26-16,4
Riflessione biblica
“Quando verrà il Paràclito, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza” (Gv 15,26-16,4). Il cristiano non è mai solo, c’è Gesù con lui: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Tale presenza è viva, e il credente la esperimenta quando è insieme ai suoi fratelli di fede: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,20). Ma anche nella sofferenza non siamo soli, siamo in comunione con Cristo: “Nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare” (1Pt 4,13). Neppure nelle persecuzioni siamo soli: “Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati” (Rom 8,35.37). Non siamo soli, perché nei momenti di persecuzioni e di incomprensioni Gesù ci ha promesso di assisterci con la forza dello Spirito di Dio: “Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire” (Mt 10,11.12). Lo Spirito Santo è il nostro difensore, in un mondo che spesso ci odia, ci calunnia e ci perseguita: “Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future” (Gv 16,13). Egli è memoria ed esegeta di ciò che “Gesù fece e insegnò” (At 1,1). Egli è memoria viva ed efficace: ci ricorda, ci fa comprendere le parole di verità e di amore di Gesù, ci dà il coraggio di metterle in pratica. Egli è l’esegeta del messaggio di Gesù, per guidarci nella verità e nell’amore: “Non prestate fede ad ogni spirito, ma mettete alla prova gli spiriti, per saggiare se provengono vera-mente da Dio, perché molti falsi profeti sono venuti nel mondo. In questo potete riconoscere lo Spirito di Dio: ogni spirito che riconosce Gesù Cristo venuto nella carne, è da Dio; ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio” (1Gv 4,1-3). In Gesù e nello Spirito di Dio, non avremo più paura né delle minacce degli uomini né delle nostre fragilità: “Tutto posso in colui che mi dà la forza” (Fil 4,13).
Lettura esistenziale
“Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me” (Gv 15, 26). Il primo grande compito dello Spirito Santo è quello di rendere testimonianza a Gesù. Ma anche il cristiano è chiamato, in forza dello Spirito Santo, a dare testimonianza a Cristo. La fede si rafforza donandola. Annunciando il Vangelo noi stessi cresciamo nel radicarci sempre più profondamente in Cristo.
L’impegno missionario è una dimensione essenziale della fede: non si è veri credenti senza evangelizzare. E l’annuncio del Vangelo non può che essere la conseguenza della gioia di avere incontrato Cristo e di aver trovato in Lui la roccia su cui costruire la propria esistenza. Ma che cosa vuol dire essere missionari? Significa anzitutto essere discepoli di Cristo, ascoltare sempre di nuovo l’invito a seguirlo, l’invito a guardare a Lui: “Imparate da me, che sono mite e umile di cuore” (Mt 11,29).
Il discepolo è colui che si pone all’ascolto della Parola di Gesù (cfr Lc 10,39), riconosciuto come il Maestro che ci ha amati fino al dono della vita. Si tratta dunque di lasciarsi plasmare ogni giorno dalla Parola di Dio e quindi di annunciare il Vangelo con la nostra stessa vita. Dio infatti non si dimostra, ma si mostra.