Inviati

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

 Santi Cirillo e Metodio, patroni d’Europa

Letture: At 13,46-49; Sal 116; Lc 10,1-9

Riflessione biblica

“Il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi” (Lc 10,1-9). È l’inizio della missione dei discepoli di Gesù e non c’è missione che non abbia il suo inizio da Gesù. Egli convoca, comunica la sua forza e invia i discepoli con due scopi: annunciare il regno di Dio e guarire. Santi-Cirillo-e-Metodio-215x300 InviatiNella parola e nell’agire degli apostoli si manifesta l’agire stesso di Dio e la presenza della salvezza per tutti gli uomini. Per questo, Gesù comunica ad essi “la forza e il potere”, cioè la potenza salvifica dello Spirito Santo: “Ricevete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni fino ai confini della terra” (At 1,8). E i Santi Cirillo e Metodio hanno annunciato Cristo e il suo messaggio di verità, santità e amore per il Regno dei cieli. Sono stati audaci testimoni della fede, evangelizzando i popoli slavi di Russia, Ucraina, Slovacchia, Polonia, e splendido esempio di vera “inculturazione” del Vangelo nella vita di questi popoli. Ad essi hanno donato: fede, cultura, spiritualità. Fede: con passione di amore predicarono Cristo agli slavi ancora pagani, radicandoli profondamente nel Vangelo. Cultura: non avendo una lingua in grado di esprimere cultura, per essi inventarono l’alfabeto cirillico e tradussero dal greco la Bibbia in tale lingua. Soprattutto donarono loro una profonda spiritualità: lasciarsi condurre dallo Spirito Santo e nella preghiera fervorosa del cuore entrare in intima comunione con Cristo, nostra salvezza. E per amore di Cristo, si fecero servi amorosi dei fratelli, per guadagnarne il maggior numero di credenti in Gesù (1Cor 9,19) e hanno donato ad essi il meglio della loro esperienza di devozione, di amore alla parola eterna e viva di Dio predicandola e praticandola come regola di vita.

Lettura esistenziale

“In qualunque casa entriate, prima dite: ‹‹Pace a questa casa!››” (Lc 10, 5). Offrire la pace è il cuore della missione dei discepoli di Cristo. E questa offerta è rivolta a tutti coloro, uomini e donne, che sperano nella pace in mezzo ai drammi e alle violenze della storia umana. La “casa” di cui parla Gesù è ogni famiglia, ogni comunità, ogni Paese, ogni continente, nella loro singolarità e nella loro storia; è prima di tutto ogni persona, senza distinzioni né discriminazioni. È anche la nostra “casa comune”: il pianeta in cui Dio ci ha posto ad abitare e del quale siamo chiamati a prenderci cura con sollecitudine.

Tre sono le sfere della pace interiore:

– la pace con sé stessi, rifiutando l’intransigenza, la collera e l’impazienza e, come consigliava San Francesco di Sales, esercitando “un po’ di dolcezza verso sé stessi”, per offrire “un po’ di dolcezza

agli altri”.

– La pace con l’altro: il familiare, l’amico, lo straniero, il povero, il sofferente; osando l’incontro e ascoltando il messaggio che l’altro porta con sé.

– La pace con il creato, riscoprendo la grandezza del dono di Dio e la parte di responsabilità che spetta a ciascuno di noi per custodirlo.

La pace è insieme un dono e un compito. La pace è, infatti, uno dei frutti dello Spirito Santo ed è la caratteristica dell’agire divino, che si manifesta sia nella creazione di un universo ordinato e armonioso come anche nella redenzione dell’umanità bisognosa di essere recuperata dal disordine del peccato. Ma è anche un compito che Dio affida all’uomo e che richiede l’impegno di ciascuno nel dare una risposta personale coerente col piano divino. Essa diventa sempre più stabile in chi si impegna nella conversione del cuore e nell’unione con Dio.

 

Exit mobile version